di Filippo Rossi
Una mobilitazione europea per combattere ogni “conflitto d’interessi” che influisca o possa influire sulla libertà di stampa dei paesi membri dell’Unione. L’ha proposta l’associazione Articolo 21, la rilanciamo con forza noi del futurista. Alcuni giorni fa il Parlamento di Strasburgo ha approvato una risoluzione che chiede alle autorità ungheresi di modificare la legge bavaglio sui media. Andando oltre, e ribadendo la situazione di anomalia che sussiste in numerosi paesi dell’Unione fra cui l’Italia, più volte citata come esempio preoccupante. «Per questo – ha scritto Stefano Corradino di Articolo 21 – pensiamo che dopo la giornata sulla Costituzione dobbiamo lavorare alla seconda tappa, quella di una mobilitazione contro il conflitto d’interessi. È anch'essa una battaglia per la Costituzione, per l'articolo ventuno. Una battaglia quella per il pluralismo e contro la concentrazione dei media». Per questo – aggiungiamo noi – abbiamo deciso di aderire con tutte le nostre piccole forze a questa iniziativa. Perché oggi il conflitto d’interessi che affligge l’Italia non assume più soltanto le forme del rischio che qualcuno usi il potere politico a beneficio di quello economico. Oggi siamo oltre: c’è chi quotidianamente usa il proprio potere privato (mediatico, aziendale, economico) come manganello del proprio potere politico. Uno strapotere economico e politico che cerca di schiacciare come scarafaggi fastidiosi tutti quelli che stonano rispetto alla melodia berlusconiana. E questa è una distorsione ancora maggiore, è un’anomalia ancora più preoccupante. Un’autentica “metastasi della democrazia”. Perché è quando un sistema di potere è al declino, che la sua forza d’impatto nella società s’incattivisce. È per questo che bisogna alzare le difese. «L’anomalia del conflitto d’interessi – scrive ancora Corradino – non si è ammorbidita, non è diventata più gestibile. Anzi, è deflagrata. Il problema si è ingrandito». È per questo che proprio adesso è urgente affrontare la questione “conflitto d’interesse” di petto, è tempo di darle il giusto posto e il giusto peso nel dibattito pubblico. Senza paraocchi o paraventi, senza proclami e strilli di guerra. Con lucidità, con forza. Pensando al futuro (e al presente) di questo paese. Ed è per questo, allora, che nella settimana che precede il 3 maggio, giornata mondiale della libertà di stampa decretata dall’Unesco, aiuteremo per quanto ci è possibile Articolo 21 a organizzare dibattiti, tavole rotonde, manifestazioni in tutta Europa. Per chiedere che la democrazia sia una cosa seria e non solo vuote parole. Perché libertà non è stare sopra un albero. È partecipazione. È possibilità di partecipazione.