di Stefania Pezzopane*
Gentile dott.ssa Dalla Chiesa,
questa mattina sono stata letteralmente invasa da decine di telefonate di miei concittadini, che mi sollecitavano a prendere contatti con la sua redazione, dal momento che lei, nel corso della trasmissione odierna ha espresso la volontà di interloquire con me. Devo constatare, con un certo rammarico, che la redazione del suo programma, contattata da me più volte, non ha favorito alcuna possibilità di confronto, né, al momento in cui scrivo, sono stata ricontatta. Evidentemente non voleva davvero dialogare con me, a giudicare anche dal silenzio che è seguito alla mia lettera di sabato scorso.
Se avesse voluto davvero parlarmi, avrebbe accolto l’invito del Comune a venire a L’Aquila per verificare di persona quali sono i nostri reali disagi, a cominciare da una ricostruzione che non è ancora decollata.
Tra qualche giorno ricorre il secondo anniversario del sisma e potrà prendere visione lei stessa della situazione in cui versa realmente la nostra città. Potrà farsi raccontare dai veri aquilani e non da comparse pagate, non aquilane, quante attività commerciali hanno riaperto in centro storico (si contano sulle punta delle dita), quanti lavoratori sono ancora in cassa integrazione, potrà verificare quante persone vivono ancora in case provvisorie (circa 23mila), quante sono ancora sfollate negli alberghi della costa, (quasi 2mila) e quante vivono nelle caserme. Potrà verificare lo stato di disagio sociale in cui versano soprattutto bambini, anziani e i giovani. Parli con i medici che seguono la popolazione, per vedere qual è lo stato di depressione. Le diranno che l’uso degli psicofarmaci è aumentato del 30%.
Parli con gli abitanti di Onna, un paese completamente distrutto che piange ancora i suoi morti, o con i cittadini di altri comuni e frazioni del cratere che hanno subito danni, per capire quanto è profonda ancora la ferita. Si renderà conto lei stessa che la situazione rappresentata nella sua trasmissione è completamente distorta.
La prego di non mistificare la realtà, facendo parossistici paragoni per giustificare che avete presentato come aquilane persone che risiedono in un’altra provincia d’Abruzzo.
Siamo stanchi ed indignati di essere continuamente strumentalizzati, siamo esasperati perché viene fatto passare il messaggio che a L’Aquila tutto è risolto e che i miei concittadini approfittano addirittura della situazione. È un messaggio vergognoso.
Dalle dichiarazioni rese alla stampa nazionale dalla signora Marina Villa si evince che la redazione del suo programma ha scritto un copione, che la protagonista, non aquilana, ha interpretato alla perfezione. Un copione che intendeva rappresentare un messaggio distorto.
Non ci appagano le sue giustificazioni rese oggi in trasmissione. Onestà intellettuale e professionalità, due doti che sicuramente non le mancano, impongono una rettifica, sia pure da parte della sua redazione, che dovrebbe chiedere scusa a tutti gli aquilani e agli italiani che stanno continuando voler bene a L’Aquila. In tanti seguono il suo programma e sono davvero mortificati per quello che hanno dovuto ascoltare.
Non voglio credere che anche il messaggio di volersi mettere in contatto sia strumentale. Le ho fatto avere i miei recapiti e mi può contattare in ogni momento. Ancora meglio se volesse accogliere l’invito di venire a L’Aquila. La porterei in centro storico, nel progetto CASE e nei MAP, dove vive la gente, sulla costa ad incontrare gli sfollati e le tante persone che vivono ancora dentro le caserme.
* Assessore Comune dell’Aquila
Esposto Art.21 ad Agcom e Antitrust per pubblicità ingannevole - di Giuseppe Giulietti e Tommaso Fulfaro / E con la finta aquilana siamo alla voragine finale - da Il Futurista