di Vincenzo Vita
Il Ministro dell’Interno Maroni ha manifestato l’intenzione di portare al Consiglio dei Ministri del prossimo giovedì la richiesta di adottare provvedimenti straordinari per arginare gli episodi di istigazione a delinquere in Rete. Attenzione. C’è già nelle direttive europee e nello stesso nostro ordinamento la possibilità d’intervenire, supportata assai efficacemente dalla Polizia delle Comunicazioni. Non si cada - volendolo o meno - nella censura. Il Ministro dovrebbe, tra l'altro, spiegare come sia possibile oscurare intere piattaforme di comunicazione in ragione del loro utilizzo per la pubblicazione di contenuti illegittimi. E’ semplicemente impraticabile, perché in contrasto con i più elementari principi costituzionali e con lo stato di diritto.
Eppoi, il Ministro si faccia spiegare come sia possibile ledere la personalità e la privacy di tanti cittadini. Infatti, dopo la gravissima aggressione al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nelle stesse ore in cui proliferavano su Facebook e fuori da Facebook assurdi gruppi e messaggi inneggianti alla “folle ed eroica” impresa del Sig. Tartaglia, proprio sul noto social network accadeva un episodio inquietante: un gruppo di quasi due milioni di utenti, ritrovatisi nel tempo attorno all’idea di manifestare solidarietà alle vittime del terremoto in Abruzzo si è scoperto “ridedicato” al sostegno a Silvio Berlusconi trasformando così, in pochi click, milioni d’italiani in supporter del premier.
"Quello che si sta consumando sul web è un tentativo vero e proprio di censura e di manipolazione. Ha fatto bene il senatore Vincenzo Vita - afferma Stefano Corradino, direttore di Articolo21 - a ribadirlo sul nostro sito rivelando anche la truffa orchestrata a danno degli utenti di facebook che si erano iscritti a vari gruppi (dal made in Italy, al terremoto in Abruzzo) e si sono ritrovati, per un'azione scientifica di pirateria informatica, supporters di Silvio Berlusconi. Modificare un gruppo su un social network, cambiargli titolo e finalità, e guarda casa proprio a favore del premier - afferma Corradino - equivale a cambiare segno in una scheda elettorale. E' una violazione palese e pericolosa della privacy e della libertà di opinione. Articolo21 lancia da oggi una petizione sul sito www.articolo21.info per chiedere che la rete non venga imbavagliata, e che vengano respinti al mittente tutti i tentativi di metterla sotto il controllo politico. Una cosa è stigmatizzare la violenza verbale di alcuni gruppi o dichiarazioni altra cosa è assumere atteggiamenti censori. Articolo21 si opporrà a qualsiasi disegno di questo tipo, attraverso la rete, in sede parlamentare e attivando i propri legali".