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L’Italia s’è desta
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di Nicola Tranfaglia

L’Italia s’è desta

Il grottesco prevale nelle ultime settimane della politica italiana, soprattutto per colpa della sgangherata alleanza tra Bossi e Berlusconi che ha fatto il suo tempo e che può sopravvivere ancora qualche tempo soltanto per l’avidità di potere che hanno i due protagonisti. Gli italiani hanno già dato un giudizio fortemente negativo al Nord come al Sud, nelle ultime elezioni amministrative di maggio e nella battaglia dei referendum abrogativi. L’una e l’altra battaglia, malgrado l’imponente mobilitazione dei canali televisivi e dei quotidiani schierati più o meno a favore del governo, e non sono pochi, è stata vinta da una coalizione di nuovo genere in cui ci sono gruppi e persone che non la pensano allo stesso modo ma sono tutti convinti della necessità di voltare pagina e di mettere da parte il populismo autoritario e contraddittorio di Silvio Berlusconi e dei suoi alleati.
Il grottesco di cui parlavo all’inizio si compone di molti elementi che vale la pena ricordare:1)l’arresto del lobbista Luigi Bisignani rivela un affare che coinvolge alcuni personaggi di vertice del nostro governo a cominciare dal sottosegretario Gianni Letta che è da molti anni il primo collaboratore del presidente del Consiglio: 2) nella magistratura italiana ci sono tanti valorosi magistrati (e vorrei ricordare uomini come Antonio Ingroia e molti altri) ma ci sono anche personaggi come il Papa legato a Bisignani e a quelli già detti: 3) la Lega Nord da alcuni mesi vuole fare l’alleato di lotta e di governo ma le sue minacce finora si sono concluse sempre con la riaffermazione dell’alleanza di ferro con quella che tanti definiscono il Caimano, come lo aveva definito Nanni Moretti in un film non dimenticato.
Ora domani ci sarà l’incontro di Pontida e il ministro Maroni, che aspira a succedere al leader, ha riaffermato l’importanza dell’appuntamento ma basta avere un minimo di esperienza politica e culturale per rendersi conto che il Carroccio non può lasciare Berlusconi in una crisi già aperta del governo in cui si può andare alle elezioni politiche in ottobre o nella prossima primavera del 2012.
Quindi è prevedibile che la Lega, per bocca di Bossi che sarà il solo a parlare a Pontida, chiederà la fine della guerra di Libia, la chiusura totale dell’immigrazione nordafricana (e ha già ottenuto il ritorno forzato dei libici, dopo drammatici diciotto mesi negli oscuri Centri che costituiscono una delle tante vergogne italiane, un decreto legge che ha un netto sapere leghista. Del resto, la situazione economica continua ad essere tragica, come avvertono gli organi internazionali e di essa è responsabile il ministro Tremonti come il capo del governo Silvio Berlusconi.
Questo è quello che dimenticano alcuni politici che sono nel cosiddetto Terzo Polo (Fini, Casini e Rutelli) e che si illudono che un governo di transizione, guidato da Tremonti prima delle elezioni possa risolvere i gravi problemi del paese.
Dovremmo esser convinti tutti che soltanto una seria alternativa di visione dell’Italia, di valorizzazione dei giovani e di chi lavora, può far vincere le prossime elezioni al centro-sinistra e farci iniziare un cammino positivo per un’Italia  democratica e repubblicana come manca da quasi vent’anni fa.
Berlusconi non è più credibile e pensare che possa fare una riforma fiscale risolutiva è prova di non aver capito che cosa ha significato l’ascesa e l’espansione del populismo.
Basta andare in Francia o nel Regno Unito, come capita a me per ragioni culturali e non politiche e ci si può rendere   conto con facilità dell’avversione costante degli europei al populismo berlusconiano, dell’attesa diffusa di una svolta vera nella politica italiana che può verificarsi soltanto dopo la caduta di questo governo e le elezioni politiche.
Sono d’accordo con l’opportunità di mettere alla prova la Lega come ha fatto l’onorevole Bersani negli ultimi giorni ma questo non significa credere che si vada domani alle elezioni né che il governo Berlusconi stia per cadere.
Il potere in Italia è tenace e per abbatterlo non esistono scorciatoie. Ma resta un fatto importante.
L’Italia negli ultimi mesi si è desta, come ha detto ieri sera il comico Benigni a Bologna, e il centro-destra, che non può cambiare, a meno di mettere fuori combattimento Berlusconi e Bossi, è destinato tra qualche mese a crollare se le opposizioni saranno ferme e decise a consentire agli italiani di contare come è stato già con le elezioni amministrative e i referendum.
Questa è l’unica speranza che abbiamo oggi ma non è cosa senza importanza.


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