di Santo Della Volpe
Esattamente come previsto da settimane, a Fondi è arrivato l’ultimo sfregio del governo. Il prefetto di Latina Bruno Frattasi che aveva chiesto per ben due volte, lo scioglimento dell’amministrazione comunale di Fondi sulla base di due dettagliate relazioni e indagini di magistratura e Carabinieri, è stato “promosso” e quindi rimosso .
Il cerchio si chiude: non solo il mancato scioglimento per le pesanti infiltrazioni camorristiche nella amministrazione di centro-destra della cittadina laziale; non solo le dimissioni “guidate” della stessa amministrazione per evitare il commissariamento e per dare la possibilità agli stessi ex assessori di ricandidarsi alle prossime elezioni di marzo. Ora si indebolisce il presidio di legalità a Fondi e nella zona, con una doppia operazione: mandare via Frattasi,promuovendolo ad una carica amministrativa (più che operativa) al ministero degli Interni, e lanciando un segnale ben preciso: lo Stato non si è schierato dalla parte della legalità chiesta da un prefetto, cioè il suo più alto rappresentante sul territorio. Il governo ha preferito pensare al pacchetto di affari e voti che quel rapporto tra camorra e politica,individuato dalla relazione di carabinieri-magistratura e prefetto Frattasi, porta in dote alle prossime elezioni amministrative. Si sacrifica la legalità al voto di marzo. Contemporaneamente il governo manda a Frosinone un nuovo prefetto, Paolino Maddaloni. Nel 2006 era stato a un passo dal diventare sindaco di Caserta in quota Pdl. Tra i suoi principali supporter c’era il sottosegretario Nicola Casentino per il quale la magistratura ha chiesto l’arresto per concorso esterno in associazione camorristica, misura, come è noto, negata dal Parlamento . Adesso Maddaloni lascia la Commissione per il diritto d’asilo e va a gestire un territorio ad alto rischio di infiltrazioni mafiose. Si vedrà alla prova dei fatti,quale sarà il suo apporto alla legalità di questa zona del basso Lazio.
Ma la rimozione di Frattasi a Fondi, il siluramento del prefetto di Venezia perché ha favorito un insediamento di Rom Sinti in case dignitose attese e promesse loro da anni, gli altri provvedimenti di rimozione e promozione di questi giorni al ministero degli Interni, vanno anche lette in un’altra luce.
Il ministro Maroni ha deciso di usare i prefetti per legare la politica del governo ( e non la rappresentanza dello Stato) ai propri rappresentanti politici locali: con un impegno per i neo-nominati prefetti. Primo comandamento: non disturbare il territorio. Anzi, assecondarlo, cioè inviare prefetti graditi agli equilibri politici del luogo. Possibilmente, poi, premiando non i funzionari già in servizio al Viminale ma pescandoli in giro, nei vari uffici territoriali del governo, anche se questo vuol dire scavalcare le graduatorie.
Era già successo con il prefetto di Roma Carlo Mosca, rimosso a novembre 2008 perché si rifiutava di far prendere le impronte digitali ai rom così come voleva il sindaco Alemanno. Succede, e si ripete, di nuovo adesso con i casi di Venezia e Fondi dove sono stati rimossi-promossi due prefetti - Michele Lepri Gallerano e Bruno Frattasi - entrati in rotta di collisione con le autorità politiche e amministrative del luogo. Ed a Fondi, anche con le cosche che si stanno legando sempre di più alla politica.
Per questo è grave la rimozione di Frattasi: per questo sarebbe auspicabile che le forze politiche che si sono schierate in questi mesi con i cittadini di Fondi chiedendo a gran voce l’applicazione del decreto di scioglimento del prefetto, continuassero anche in futuro (ora più che mai…) ed in sede politica regionale- locale la loro battaglia di legalità. Sostenendo quei nomi e quelle persone che nel Comitato per la lotta alla mafia di Fondi hanno speso tempo, energie e passione.
La solitudine politica è pericolosa in quelle zone di confine.
E l’informazione ha il suo ruolo nel continuare ad illuminare la richiesta di legalità di Fondi e dei suoi cittadini.