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Caso Imaie, presentata interrogazione
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di redazione

Caso Imaie, presentata interrogazione

"Il Corriere della Sera di oggi ha riportato in auge la vicenda dell'Imaie, l’istituto omologo alla Siae che  riconosce un diritto di equo compenso agli artisti-esecutori. Qualche giorno fa il sito di Articolo21 - affermano il senatore Pd Vincenzo Vita e Giuseppe Giulietti portavoce di Articolo21 - ha riportato la denuncia di centinaia di artisti a proposito delle oscure vicende che stanno soffocando l'Imaie, l'istituto che avrebbe dovuto tutelate i diritti di esecuzione spettanti a migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore dello spettacolo, nomi noti e meno noti, ma tutti interessati a non vedere bruciati i loro soldi, milioni di euro accumulati nelle banche e non distribuiti". "L'Istituto - affermano Vita e Giulietti - è ora commissariato e il governo dovrà decidere sul suo futuro, individuare un percorso, e portare luce dove prevale l'oscurità. Non si tratta di scelte di poco conto e proprio per questo è necessario che tutto si svolga alla luce del sole attraverso il pieno coinvolgimento di tutte le associazioni e del Parlamento. Questo non sta avvenendo, anzi inquietanti telefonate anonime e messaggi mafiosi sono pervenute a chi, a cominciare dall'attore Massimo Ghini, a lungo impegnato su questo fronte, sta tentando di impedire che il silenzio oscuri la vicenda e le delicate decisioni che stanno per essere assunte. Per queste ragioni non solo siamo solidali con Massimo Ghini e con quanti stanno tentando di animare questa difficile vertenza, ma abbiamo anche deciso di presentare una interrogazione urgente affinchè il governo informi le commissioni competenti sulle sue intenzioni e sulle scelte che si appresta a compiere".

Testo interrogazione

Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali

 

Premesso che

In data 04/01/2010 da un articolo del Corriere della Sera a firma di Valerio Cappelli si ha la notizia che Massimo Ghini, noto artista nonché Presidente del sindacato attori, sta ricevendo, da oltre un anno, diverse minacce da parte dell’IMAIE, istituto che tutela gli artisti-esecutori;

Considerato che

L’IMAIE ritira i compensi dei soci aventi diritto, e poi li redistribuisce, Massimo Ghini denucia “una truffa. Si tratta di 2 milioni e mezzo di euro. Sono stati usati marchingegni poco chiari, risultano iscritte persone che non ne avrebbero diritto. Ci sono gruppi di potere e connivenze all’interno della società”;

Si chiede al Ministro competente se non ritiene sia opportuno indagare sulla faccenda, prima di tutto per le minacce subite dall’attore e per la tutela che gli attori dovrebbero meritare.


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