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Articolo 21 - CULTURA
Tante firme a sostegno di Baratta, ma il ministro se ne frega
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di Vittorio Emiliani

Tante firme a sostegno di Baratta, ma il ministro se ne frega Le adesioni all'appello rivolto al ministro Galan affinché confermi Paolo Baratta alla guida della Biennale di Venezia anziché nominarvi il manager pubblicitario Giulio Malgara, che ha il solo merito "culturale" di essere amico di Berlusconi, hanno raggiunto quota 3.500. E sono ad un tempo firme di autorevoli intellettuali di tutto il mondo, a cominciare dal direttore della Modern Tate Gallery di Londra, Nicholas Serota, e di cittadini comuni, impiegati, pensionati, casalinghe, liberi professionisti, veneziani e veneti in primo luogo. Ma il ministro Galan ha già detto che non ne terrà conto. Un bell'esempio di democraticità. Tanto più grottesco il comportamento del ministro il quale, da governatore del Veneto, esultò pubblicamente allorché l'allora titolare dei Beni Culturali Rutelli richiamò Baratta alla guida della Biennale dalla quale era stato scalzato da Giuliano Urbani, nel 2001, per conto di Berlusconi. Non conta nulla anche il fatto che l'attuale presidente abbia reso autosufficiente al 90 % sul piano finanziario la Biennale di Architettura in corso con vasta eco internazionale ed abbia restituito prestigio a tutta l'istituzione. A chi ha fatto rilevare a Galan di aver scelto un successore che, titolare della Chiari&Forti la quale produce gnocchi (attenzione, con la i), polenta, pasta fresca, olii, farine, ecc., ha il solo merito di essere amico personale di Berlusconi, il ministro ha replicato: "E' forse una colpa?" Beh, dopo lo scherno di cui è stato oggetto in Europa il nostro premier, palesemente irriso da Merkel e Sarkozy, non è certo un titolo di merito.
La città di Venezia - a cominciare dall'ex sindaco Cacciari e dall'attuale sindaco Orsoni - si è sollevata con sdegno contro un simile ricambio al ribasso,  che rischia di far decadere nuovamente la Biennale. Mercoledì la commissione Cultura della Camera dovrà dare un parere consultivo sulla contestata nomina di Malgara. Correvano voci di un dissenso della Lega. Placato però, così scrive oggi  il bravo Toni Jop sull'Unità, dalla promessa di Galan di dare più fondi all'Arena di Verona a guida leghista. E intanto Pompei continua a crollare. Così va (a rotoli) l'Italia.

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