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Nove mesi dopo. L'Aquila
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di Samanta Di Persio

Nove mesi dopo. L'Aquila

Nove mesi. Il tempo per far crescere in grembo una nuova vita. E per una città distrutta da un terremoto? Sguardo su L’Aquila nel giorno della Befana. La periferia e per periferia si intende anche montagna ad alta quota (Collebrincioni, Assergi, Camarda) è invasa dal piano C.A.S.E. Bertolaso a “Radio anch’io” ha dichiarato che non si tratta di new town, ma di agglomerati contigui a ciò che c’era prima. Sempre il capo della Protezione civile dichiara che le abitazioni costano circa 1.400 euro al mq si arriva a 2.700 comprendendo i costi di urbanizzazione e per costruire parchi per bambini.

In italiano queste parole significano che in quelle aree scelte per le nuove abitazioni non c’era niente. C’erano i prati, in alcune zone gli aquilani ci andavano a prendere funghi e cicoria, oppure ci pascolavano le pecore. Un territorio sconvolto per sempre. Dunque piaccia o non piaccia si è realizzato ciò che il 6 aprile aveva pensato Silvio Berlusconi new town. Gli alloggi del piano C.A.S.E. verranno abitati prima dai cittadini terremotati e poi saranno destinati agli studenti. Dunque non hanno nulla che possa far pensare alla temporaneità, ma il tipo di costruzione resisterà per tutto questo tempo?

I terreni scelti come a Preturo, Sassa, Coppito sono alluvionali, dopo giorni di pioggia spuntano laghetti, dopo il gelo le tubature non protette sono scoppiate, dove sono i pilastri c’è il parcheggio e da qui cola residuo di cemento, e dai tubi di scarico anche popò ed alcune macchine sembrano leopardi. Molti inquilini hanno problemi con il parquet: si solleva, i bambini che stanno imparando a camminare cadono, le porte non si aprono, la vernice si scrosta. Cosa ancora più drammatica i disabili sono stati destinatari di appartamenti al secondo piano senza ascensore. In molte piastre non hanno un accesso dal piano terra, si deve passare sopra la terra oppure fare le scale. A Collebrincioni gli appartamenti sono vuoti perché gli aquilani hanno rifiutato di abitare isolati dal mondo, senza negozi e servizi adeguati.

È chiaro che nove mesi non sono bastati per far ripartire una città. Molti imprenditori e commercianti hanno dovuto chiudere le loro attività. Non potevano permettersi nemmeno di tenere aperta una partita IVA. Del resto non c’è stata una politica mirata al rilancio delle attività. No zona franca. La proroga dell’esenzione delle tasse è stata studiata ad hoc affinchè almeno il mese di dicembre lo stato le incassasse…ovviamente non sono previsti arretrati. Peccato però che la maggior parte degli aquilani non ha uno stipendio da deputato a cui tasse o non tasse varia poco. Non sono tutti felici come racconta la tv!


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