di Giuseppe Giulietti*
“Sì, forse il Tg3 è fazioso, ho chiamato la direttrice per segnalare alcuni lanci dei servizi…”, chi lo ha detto? Il cosiddetto presidente di garanzia della Rai Paolo Garimberti. Il tutto è accaduto nel corso di una seduta della commissione di vigilanza, dove i vertici aziendali avrebbero dovuto e potuto rispondere su Minzolini, sulle omissioni, sui crolli di ascolto, sulle intercettazioni tra Masi e Lavitola, sui pestaggi organizzati e promossi contro il presidente Fini, contro i referendum, contro milioni di italiane e di italiani che hanno il torto di non riverire il presidente del consiglio, nonché editore di riferimento del polo Raiset.
Invece no! Il presidente di garanzia ha trovato il tempo di richiamare l’attenzione sulle presunte faziosità del Tg3. Naturalmente tutti, compreso il Tg3, possono e debbono essere liberamente criticati e criticabili, ma qui ci sembra davvero di sognare. Nel metodo perché questo richiamo ha finito, ovviamente, per ammazzare tutto il resto, e a stabilire una comica e falsa equiparazione tra il Tg3 e il Tg1.
Nel merito perché, chi avesse voglia di farsi una idea propria sulla “faziosità contestata” potrà riascoltare quel Tg e scoprirà che stiamo parlando del nulla, ma proprio del nulla.
Ci risiamo dunque con il cerchiobottismo, con il rifiuto di chiamare le cose con il loro nome, con il far finta che non stia accadendo nulla di grave, e per di più alla vigilia di uno scontro elettorale che vedrà uno dei giocatori disporre direttamente del controllo del telecomando.
Perché il presidente di garanzia non ci spiega come mai tutti gli autori e i programmi sgraditi a Berlusconi e indicati nell’elenco di Trani siano stati soppressi o messi in condizione di andarsene?
Perché Saviano, Santoro, la Dandini, Paolo Ruffini, per citarne solo alcuni sono andati via? Perché la Gabanelli è ancora sotto tiro? Perché Carlo Freccero non dirige le principali reti della Rai? Perché i film di Sabina Guzzanti vanno in onda su La7? Perchè Rainews è stata confinata in spazi sempre più angusti e sottoposta a una indegna campagna di mobbing aziendale? Perché la Rai ha preferito fare un bagno d’ascolti ogni giovedì sera piuttosto che trattenere Annozero? Chi ha trattato un vantaggio politico ed economico da questa scelta?
Cosa ci fa un ex carabiniere dentro gli uffici della direzione generale? Cosa sta controllando? Cosa deve bonificare? Chi deve controllare? Il presidente di garanzia sa bene, anzi benissimo, che da questa situazione ha tratto vantaggio solo e soltanto il presidente del consiglio, nonché proprietario di Mediaset.
Chivuole garantire il presidente di garanzia? Quando vorranno garantire quella maggioranza che non possiede tv e giornali e vorrebbe solo essere informata, poter scegliere senza bavagli e senza omissioni?
Chi non se la sente di svolgere questo ruolo con forza e con determinazione può sempre passare la mano, lasciare il campo, informare le autorità costituzionali che la situazione è ormai fuori controllo. Qui non sono in gioco i destini personali, ma le modalità stesse del prossimo confronto elettorale e politico.
Se il presidente di garanzia della Rai vuole fare davvero qualcosa di utile chieda alla signora Lei e ai suoi direttori di accogliere l’invito di Santoro e di mandare in onda, come faranno decine di emittenti e la stessa Sky, il programma Servizio pubblico che partirà il prossimo 3 novembre.
Santoro lo ha offerto gratis, nessuno ha risposto, eppure molti degli italiani che ancora pagano il canone vorrebbero vedere gratis, anche sul servizio pubblico, un appuntamento che avevano imparato ad apprezzare e a scegliere sulle reti della Rai.
Riuscirà e soprattutto vorrà il presidente di garanzia della Rai accogliere questa richiesta e liberare cittadine e cittadini da censure e bavagli?
*tratto dal blog su Il fatto quotidiano