di redazione*
L’Unesco vota e gli Stati Uniti gli tagliano i fondi. Bella prova, avevamo detto all’inizio, ma siccome il peggio non è mai morto ci ha pensato Bibi, al secolo Netanyahu, a togliere d’impaccio l’amico americano. Tutto sommato gli Stati Uniti i fondi li hanno tagliati a chi ha preso la decisione. Bibi no, lui i fondi li ha tagliati ai palestinesi, rei di essersi rivolti senza il suo placet alla comunità internazionale ( quella stessa comunità internazionale alla quale nel 1948 si rivolse Israele).
Ma non si è limitato a questo, come sapete ha anche varato un’immediata estensione di costruzioni coloniche, proibite dal diritto internazionale, nei territori palestinesi occupati. E poi ha mandato i suoi hacker a bloccare telefoni e siti dell’Autorità Palestinese. Non sorpende che il quotidiano israeliano Haaretz parli di “sanzioni”, per essersi rivolti a un consesso internazionale evidentemente.
Per inciso ricordiamo che i soldi che Bibi ha tolto ai palestinesi sono soldi palestinesi, cioè quelli dell’Iva che i palestinesi pagano all’occupante e che gli accordi sottoscritti da Israele prevedono debbano tornare ai legittimi rappresentanti del popolo pagante.
Ora però il primo ministro non ritiene di aver fatto abbastanza e così, secondo le agenzie di stampa, vorrebbe convincere il suo governo a sfruttare questo momento di smarimento globale per attaccare Tehran.
Visto che più volte gli americani hanno detto che il comportamento dell’Autorità Palestinese, la sua scelta di rivolgersi all’Onu, non aiuta la pace, viene naturale domandarsi: quale pace?