di Vittorio Emiliani
Gentile presidente della Rai,
Gentile direttore generale,
Gentili consiglieri
alcuni anni fa, nel 2006-2007, venne indirizzato, a più riprese, anche attraverso Articolo 21, accompagnato dalle firme di mezzo mondo culturale, teatrale e musicale (dalla A di Accardo alla Z di Ziino), un appello pressante rivolto ai vertici della Rai affinché riaprissero i palinsesti, nelle forme e negli orari giusti, alla cultura, al teatro, all’arte in generale e alla musica in particolare, senza distinzione di generi, dando così attuazione agli impegni del contratto di servizio pubblico.
Purtroppo, pur avendo registrato alcuni significativi consensi nel CdA dell’azienda pubblica radiotelevisiva, tale appello non ottenne risultati percepibili principalmente a livello di programmi televisivi (alla radio le cose vanno notoriamente un po’ meglio, soprattutto per merito di Radiotre).
Di recente vi sono stati alcuni segnali positivi, soprattutto la prima serata televisiva dedicata coraggiosamente da Fabio Fazio su Raitre alla “prima” della Scala, con la presenza di Barenboim, di Abbado e di Pollini. Lo stesso successo di audience registrato nella tarda serata di Capodanno dal programma su San Francesco ad Assisi conferma che c’è un pubblico Rai che dalla “sua” azienda continua ad aspettarsi una politica per la cultura rinnovata e adeguata alle drammatiche necessità del Paese.
Per questi e per altri motivi ci auguriamo che l’attuale vertice dell’azienda, che gli attuali direttori di rete si mostrino più sensibili dei loro predecessori alla cultura, all’arte, al teatro, alla musica. Ripeto: in forme televisivamente elaborate e negli orari più realistici.
Confidando in una risposta positiva, inviamo di nuovo il lungo elenco di firme poste in calce ai precedenti appelli unendovi i migliori auguri e saluti.