Articolo 21 - CULTURA
Occupato il teatro Valle. " Riprendiamoci anche la cultura"
di redazione
Anche la cultura è un bene comune da difendere e tutelare. Dopo lo straordinario scossone democratico impresso ieri dai risultati referendari, a dimostrarlo è oggi l'occupazione del teatro Valle nel cuore della capitale per opera di un gruppo di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo uniti dallo slogan: “ Come l'acqua e l'aria, ora ci riprendiamo anche la cultura”...
“ Come cittadini- dichiarano i lavoratori e le lavoratrici- vogliamo difendere il patrimonio artistico del Paese. Le politiche governative stanno dismettendo una funzione essenziale che la Costituzione italiana assegna allo Stato: la promozione e la tutela dei beni culturali'. ”
L'azione “di forza” fa seguito alla diffusione di un accorato appello già firmato da illustri esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, affinché, non solo i lavoratori, ma i cittadini tutti, vogliano riappropriarsi dell'enorme patrimonio culturale del nostro paese in maniera tale che si venga a creare “ una nuova progettualità nella gestione dei Beni Culturali, che sostenga l’accesso alla cultura e ai saperi, la produzione libera e indipendente, la sperimentazione, la formazione permanente, la qualità, i giovani talenti.”
Dopo lo scioglimento dell'ETI ( Ente teatrale italiano) il Valle era sprofondato, infatti, in una fase di estrema incertezza, fino all'allarme lanciato giorni fa: “ Vogliono farne un bistrot”.
Da qui la mobilitazione dei lavoratori che chiedono attraverso l'appello: “ ...il Teatro Valle venga realmente destinato all'innovazione artistica con un respiro nazionale e internazionale secondo la sua naturale vocazione, attraverso un progetto di assegnazione pubblico, trasparente e partecipato.”
“ Come cittadini- dichiarano i lavoratori e le lavoratrici- vogliamo difendere il patrimonio artistico del Paese. Le politiche governative stanno dismettendo una funzione essenziale che la Costituzione italiana assegna allo Stato: la promozione e la tutela dei beni culturali'. ”
L'azione “di forza” fa seguito alla diffusione di un accorato appello già firmato da illustri esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, affinché, non solo i lavoratori, ma i cittadini tutti, vogliano riappropriarsi dell'enorme patrimonio culturale del nostro paese in maniera tale che si venga a creare “ una nuova progettualità nella gestione dei Beni Culturali, che sostenga l’accesso alla cultura e ai saperi, la produzione libera e indipendente, la sperimentazione, la formazione permanente, la qualità, i giovani talenti.”
Dopo lo scioglimento dell'ETI ( Ente teatrale italiano) il Valle era sprofondato, infatti, in una fase di estrema incertezza, fino all'allarme lanciato giorni fa: “ Vogliono farne un bistrot”.
Da qui la mobilitazione dei lavoratori che chiedono attraverso l'appello: “ ...il Teatro Valle venga realmente destinato all'innovazione artistica con un respiro nazionale e internazionale secondo la sua naturale vocazione, attraverso un progetto di assegnazione pubblico, trasparente e partecipato.”
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