Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - CULTURA
Dal Valle che resiste: "le nostre proposte"
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Bruna Iacopino

Dal Valle che resiste: "le nostre proposte"

È possibile ripensare il teatro e le politiche culturali di questo paese? E' possibile mettersi insieme e creare una forza che è in grado di dettare la tabella di marcia alla politica senza accettare passivamente quella imposta dai “decisori”? Per gli occupanti del teatro Valle, è possibile... E' possibile pensare a un teatro diverso, che sia pubblico per il pubblico, che investa su “progetti lungimiranti che riducano gli sprechi e valorizzino i talenti artistici”, è possibile ricongiungersi con la fervida scena internazionale, adottare una politica di prezzi equi e un rapporto col pubblico capace di bypassare il semplice produci-consuma-crepa ( per citare un noto brano dei CCCP), è possibile realizzare un centro per la drammaturgia italiana “con vocazione alla produzione, alla promozione, alla formazione” è possibile valorizzare la preparazione tecnica di chi lavora nei nostri teatri, è possibile avere un teatro che sia uno spazio aperto dove  insieme alle persone circolano le idee...
Tutto questo, e anche molto altro è possibile, per i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo che da 22 giorni presidiano lo storico teatro Valle, e lo è nella misura in cui per ben 22 giorni il teatro è stato esattamente questo: una continua circolazione di idee e di persone, ognuno con il proprio bagaglio culturale, la propria competenza, la propria professionalità, ognuna a dire la propria nel corso delle partecipate assemblee, o a pulire il giorno dopo per mantenere la corretta gestione dello spazio.
Un'operazione collettiva che si è espressa anche nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina, con una sola voce, collettiva, sottolineata con forza in quel: “Ma occupanti siamo noi, tutti noi!”strillato da una ragazza seduta in platea in risposta a chi chiedeva i nomi di quanti avevano stretto il microfono. E occupanti, aggiunge qualcun altro, sono gli spettatori che in tutte queste sere hanno preso parte agli spettacoli gratuiti e autogestiti, come occupanti sono le 8.000 persone che hanno sottoscritto l'appello per la salvezza del Valle. Un esperimento, che, come auspicato dal maestro Camilleri, tra i primi ad intervenire da quel palcoscenico, ha emanato il tanto sperato contagio: è in lotta il MACRO e si vocifera, il Palazzo delle Esposizioni, ma sono in lotta anche i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo in città come Milano, Bologna, Napoli, Palermo, mentre l'afflato internazionale si fa sentire attraverso le lettere e i messaggi di solidarietà che provengono dall'estero, non ultimi gli attori greci con il loro sindacato e il direttore artistico dello Schaubuhne di Berlino, Thomas Ostermeier. Un appoggio incondizionato e un consenso che in queste settimane ha attraversato anche tutto il mondo della cultura italiana con illustri esponenti ma, soprattutto ha fatto convergere all'interno del teatro le lotte di studenti, precari, ricercatori...
Perchè “il teatro è un bene comune”... la scritta che campeggia in grande sul fondale della scena richiama lo slogan iniziale di quest'impresa: “ Come l'acqua, come l'aria riprendiamoci il Valle”.
Un collegamento ideale ma al tempo stesso reale ( il professor Ugo Mattei sta collaborando per supportare gli occupanti nella stesura delle proposte) con la lotta per i beni comuni, per la ripubblicizzazione dell'acqua, per il no al nucleare ma anche per il no alla Tav a cui va la solidarietà del Valle occupato.
Il processo democratico innestato dal basso fa i suoi passi calibrati ma decisi e respinge il compromesso: “ Non accettiamo di sederci a tavoli con gente che non ha le competenze per rispondere...” e ancora “ basta con le risposte di carattere emergenziale per tenere buono il dissenso, non accettiamo che si trovino fondi per il Valle sottraendoli magari ad altre voci di spesa: non è mettendo una pezza che si risolve il problema...”
Pretendono e propongono una progettualità di lungo raggio.
“Per questo, l'occupazione andrà avanti!”. L'applauso è come un si gridato in coro. Andrà avanti perché c'è ancora molto da lavorare e da elaborare, c'è da attendere una risposta diversa da parte delle istituzioni alle proposte avanzate, magari dal Capo dello Stato che è stato direttamente interpellato, e c'è da aspettare almeno agosto quando dovrà essere approvato il bilancio di Roma Capitale, con quella voce di un milione e 270 mila euro destinata al Valle...
Insomma, per chi non lo avesse capito, da 22 giorni anche a Roma c'è una “Valle che resiste”.

 


Letto 7589 volte
Dalla rete di Articolo 21