Articolo 21 - INFORMAZIONE
Pluralismo per un mondo che non può soggiacere ai conflitti di interesse
di FNSI
La Fnsi rinnova gli auguri al Governo Monti, ora completato con la nomina dei Sottosegretari, pronto ad affrontare tutte le urgenze della vita dello Stato e dell’amministrazione del Paese. Per i giornalisti e per il mondo dell’informazione resta sul tavolo un’agenda fitta per la speranza di segnali di innovazione, attenzione al lavoro professionale e allo sviluppo. Le nomine di Paolo Peluffo e Carlo Malinconico, rispettivamente all’Informazione e all’Editoria, portano al Governo persone stimabili con alle spalle anche uno sperimentato lavoro nelle istituzioni.
Per l’editoria – settore che necessita di cure per l’emergenza e di incisiva riforma per la prospettiva – è stata scelta una personalità che dopo la lunga presenza nei ruoli dello Stato, da tre anni era capo della principale organizzazione imprenditoriale dell’editoria italiana, la Fieg, il professor Carlo Malinconico appunto. In questo ruolo, con lui, la Fnsi ha avuto una controparte con la quale ha avuto confronto nitido.
Dal Governo si attendono indirizzi strategici non limitati agli interessi o alle istanze di una sola parte e un’attività di concreta attenzione alla tenuta e alle prospettive del sistema.
L’agenda del Sindacato dei giornalisti al professor Malinconico era nota come controparte e come partecipante ai tavoli comuni di confronto aperti dal precedente Governo. Agenda e rigore non cambiano, perché le situazioni di merito non sono mutate ed esigono consapevolezza degli interventi necessari per il pluralismo dell’informazione, per il lavoro giornalistico, condizione imprescindibile per la qualità e le prospettive dell’industria dell’informazione. Decine di testate edite da cooperative, giornali di idee o pubblicati per le comunità italiane all’estero, con relativa occupazione, sono a forte rischio. Servono misure di salvaguardia e di definizione dei tempi di una nuova fase che va aperta a una profonda riforma, che tenga insieme le indispensabili realtà del pluralismo dell’informazione con le esigenze di sviluppo dell’industria del settore. A livello istituzionale si attende anche una evidente e determinata azione per fare giustizia e chiarezza sui tanti mali di un precariato diffuso del lavoro giornalistico, che mortifica le persone e incide sulla tenuta del sistema.
In una fase di emergenza come questa è indispensabile cogliere le opportunità per marcare le necessarie discontinuità e ricostruire fiducia, nella consapevolezza che l’informazione libera sia agente di sviluppo. Questa è un bene sensibile per la società italiana, che non può più soggiacere a conflitti di interesse. Come sa anche la Fieg, la Fnsi non ritiene praticabili ricette corporative o risposte solo per chi sta nell’area forte del sistema, se si ha a cuore il bene del pluralismo al di là delle sole logiche di mercato. In una fase come questa, autonomia di giudizio e confronto sociale di merito per cambiare le cose che non vanno sono risorse vitali più che mai.
Per l’editoria – settore che necessita di cure per l’emergenza e di incisiva riforma per la prospettiva – è stata scelta una personalità che dopo la lunga presenza nei ruoli dello Stato, da tre anni era capo della principale organizzazione imprenditoriale dell’editoria italiana, la Fieg, il professor Carlo Malinconico appunto. In questo ruolo, con lui, la Fnsi ha avuto una controparte con la quale ha avuto confronto nitido.
Dal Governo si attendono indirizzi strategici non limitati agli interessi o alle istanze di una sola parte e un’attività di concreta attenzione alla tenuta e alle prospettive del sistema.
L’agenda del Sindacato dei giornalisti al professor Malinconico era nota come controparte e come partecipante ai tavoli comuni di confronto aperti dal precedente Governo. Agenda e rigore non cambiano, perché le situazioni di merito non sono mutate ed esigono consapevolezza degli interventi necessari per il pluralismo dell’informazione, per il lavoro giornalistico, condizione imprescindibile per la qualità e le prospettive dell’industria dell’informazione. Decine di testate edite da cooperative, giornali di idee o pubblicati per le comunità italiane all’estero, con relativa occupazione, sono a forte rischio. Servono misure di salvaguardia e di definizione dei tempi di una nuova fase che va aperta a una profonda riforma, che tenga insieme le indispensabili realtà del pluralismo dell’informazione con le esigenze di sviluppo dell’industria del settore. A livello istituzionale si attende anche una evidente e determinata azione per fare giustizia e chiarezza sui tanti mali di un precariato diffuso del lavoro giornalistico, che mortifica le persone e incide sulla tenuta del sistema.
In una fase di emergenza come questa è indispensabile cogliere le opportunità per marcare le necessarie discontinuità e ricostruire fiducia, nella consapevolezza che l’informazione libera sia agente di sviluppo. Questa è un bene sensibile per la società italiana, che non può più soggiacere a conflitti di interesse. Come sa anche la Fieg, la Fnsi non ritiene praticabili ricette corporative o risposte solo per chi sta nell’area forte del sistema, se si ha a cuore il bene del pluralismo al di là delle sole logiche di mercato. In una fase come questa, autonomia di giudizio e confronto sociale di merito per cambiare le cose che non vanno sono risorse vitali più che mai.
Letto 2812 volte
Notizie Correlate
Milleproroghe: Vincenzo Vita, 30 milioni in più a editoria, 15 milioni tv locali
Manca un punto al decalogo di Bonaiuti: la regolazione del mercato pubblicitario
Editoria: prorogate di un anno le normative. Ora agisca il governo
Informazione cooperativa al massacro. Giovedì 27 conferenza stampa sala Nassyria del Senato
Mediacoop: “Una iniziativa parlamentare bipartisan per una moratoria triennale e la copertura del Fondo”
Il governo colpisce alle spalle emittenza locale ed editoria
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21