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Caso Squizzato: la Rai condannata anche dalla Corte d'Appello. E adesso?
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di Redazione

Caso Squizzato: la Rai condannata anche dalla Corte d'Appello. E adesso?

La Corte d’Appello del Tribunale del Lavoro di Milano ha confermato la condanna già emessa in primo grado contro la Rai nel dicembre 2008 per la dequalificazione professionale inflitta a Gilberto Squizzato: in sostanza, per il mobbing che gli ha impedito di svolgere la sua attività di autore e regista dall’autunno del 2006. Ora la nuova condanna, aggravata dal riconoscimento del danno di immagine subito da Squizzato, con la conferma dell’obbligo per la Rai di adibirlo a mansioni coerenti con la sua professionalità.
A Squizzato, già attivo per diversi anni nel mondo del cinema prima di entrare in Rai nel ’79 come giornalista e autore per i TG di centinaia di inchieste e reportages oltre che curatore del settimanale Europa, viene chiesto da Angelo Guglielmi, all’inizio degli anni ’90, di inventare un nuovo modello di narrazione televisiva capace di fondere racconto della cronaca e linguaggio filmico. Nascono così numerose serie di docufilm e docufiction che preludono alla novità del genere “real movie” introdotto da Squizzato: una vera e propria fiction su fatti e problemi di forte attualità girata dal vero e in set reali, mescolando attori e persone prese dalla vita e utilizzando un agile modello produttivo “low cost” che fa ricorso alle professionalità e ai mezzi interni del Centro di Produzione di Milano.  Nascono così più di dieci serie profondamente innovative che ottengono premi e riconoscimenti in Italia e all’estero (ricordiamo, per esempio, Interset, La frontiera Nascosta, I racconti di Quarto Oggiaro, Atlantis, La città infinita, Il tunnel, L’uomo dell’argine, Suo Jo i gialli dell’anima). Ma come ben spiega Loris Mazzetti nel suo libro “La macchina delle bugie” a procurare l’emarginazione di Squizzato dai processi produttivi è proprio la formula “low cost” perché nel frattempo la Rai decide di appaltare tutta la propria fiction solo a società esterne. Così sei anni fa l’autore interno viene messo in panchina e, proprio mentre viene chiamato a insegnare ideazione della fiction e regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, le sue decine di proposte di nuove serie di real movie (sulle morti bianche, sul racket della prostituzione, sulle infiltrazioni della Mafia a Milano, sul precariato giovanile, ecc.) vengono lasciate cadere nel vuoto. A Squizzato non resta che ricorrere ai giudici del Tribunale del Lavoro. Ora che a fronte dei drammatici buchi di bilancio della Rai il direttore generale Lorenza Lei ha dichiarato di voler recuperare tutte le professionalità e le potenzialità produttive interne cambierà qualcosa  per Squizzato e per il suo gruppo di lavoro milanese specializzato nella fiction low cost che avrebbe potuto diventare anche una scuola di formazione per nuovi giovani autori e di sperimentazione di nuovi formati e linguaggi televisivi? Giulietti: "La Rai dia immediata esecuzione alla sentenza"


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