di Fabrizio Noli
da Il mondo di Annibale
Finalmente è arrivata la prima pellerossa Santa. Il miglior riconoscimento natalizio al popolo più dimenticato del mondo. Anche dalla Chiesa.
Ci sono voluti più di tre secoli ma alla fine i pellerossa avranno la loro prima santa. Si tratta di Gah-Dah-Li Degh-Agh-Widtha, nativa americana appartenente alla Nazione Mohawk , nata nel territorio dell'attuale Stato di New York nel 1656, meglio conosciuta dagli europei come la beata Katerina Tekakwitha ("Colei che ha la sua strada nelle sue mani", in lingua mohawk), già beatificata nel 1980 da Giovanni Paolo II. Le sue reliquie sono conservate presso la Missione San Francesco Saverio di Kahnawake, vicino a Montreal e la sua festa viene celebrata il 14 luglio. Caterina è patrona dell'ecologia insieme a San Francesco d'Assisi e la notizia della sua prossima canonizzazione, voluta da Bendetto XVI, è dello scorso 19 dicembre. Ma cosa significa questa notizia per il popolo dei nativi nordamericani?
Lo abbiamo chiesto a Massimo Faggioli, docente di Storia del Cristianesimo all'Università di St. Thomas, nel Minnesota
"E' un segnale importante, specie perché si tratta di una, donna, inviato alla Chiesa americana, che sulla questione femminile è molto attiva. Dunque, ha un significato anche ecclesiale. Ma c'è anche un altro aspetto da considerare: la figura di questa nuova santa si ricollega direttamente alle radici missionarie del continente nordamericano, radici francesi, non anglosassoni, né spagnole. Furono infatti i francesi a dare il primo, vero impulso all'attività missionaria in Nord America"
E' stata comunque la seconda volta, nel corso del 2011, che i riflettori si sono accesi sugli indiani d'America, dopo la sentenza 20 giugno scorso che ha imposto al governo statunitense il risarcimento record, pari a 3,4 miliardi di dollari a favore dei nativi. Un risarcimento, recita la sentenza redatta dal giudice distrettuale Thomas Hogan, dovuto "per aver defraudato i pellerossa per oltre un secolo dalle royalty da miliardi di dollari". Royalty che, secondo la sentenza, spettavano agli indiani, in cambio dell'utilizzo, da parte del governo federale, delle loro preziose risorse, dal petrolio, al gas naturale, ai pascoli per gli animali.
"Anche questo è un fatto fondamentale, perché nella coscienza degli americani la questione del rapporto con i nativi è il vero "peccato originale" della nazione, antecendente lo stesso problema della schiavitù. Peraltro, la Chiesa Cattolica, già nel corso del XIX secolo aveva provato a sanare questa ferita, cercando di inculturare la cultura pellerossa. Mi vengono in mente alcune raffinate traduzioni della Bibbia in lingua navajo, opera dei gesuiti. Operazioni molto raffinate. Adesso ci troviamo davanti ad una sorta di risarcimento "teologico", con questa nuova santa, la cui santità è basata su storie di carità, caratteristica tipica del Nord America, rispetto alla santità martiriologica all'europea. Nelle opere di carità infatti, la santità è stata quasi sempre declinata al femminile!"