di Giuseppe Giulietti*
“Il problema non è Lei, intesa come Lorenza, ma Lui, inteso come Silvio Berlusconi, quanti metri di corda le concederà, staremo a vedere…”. Così scrivemmo quando tutti salutavano con comprensibile entusiasmo l'uscita di scena dalla Rai di Mauro Masi. Come sempre si dimenticava o si faceva finta di dimenticare che il conflitto di interessi è una cosa seria e che Berlusconi, almeno in questo campo, è un grande professionista e non si fa menare per il naso da nessuno, tanto meno dalla signora Lei.
Così nel pieno di quella che i coristi definiscono “la nuova stagione della sobrietà e del rispetto della legalità” la dirigenza generale si appresta a sfornare una serie di nomine che nessuno aveva mai osato neppure pensare, neanche nei periodi più bui della storia della Rai.
Al Tg1 sarà prorogato, nonostante i proclami del presidente Paolo Garimberti, il direttore già in pensione Alberto Maccari, sfiduciato dai giornalisti della testata per l’informazione regionale. Sarà prorogato perchè la direttrice non può e non vuole proporre una soluzione definitiva e di alto profilo.
Non contenta vuole nominare un giornalista indicato dalla Lega alla testata regionale e affiancarlo con due condirettori di destra. Mai nessuno aveva realizzato un simile monocolore, e mai nessuno aveva pensato ad una simile e scandalosa moltiplicazione della carica e delle condirezioni.
Roba da Corte dei conti, da intervento immediato dell’azionista! Dal momento che questa carnevalata indecorosa non sarà votata, o almeno così si spera, dal Presidente di garanzia e da tre Consiglieri di amministrazione, la signora Lei procederà con gli altri cinque e su questo darà il suo voto decisivo il consigliere Antonio Verro, vecchio sodale di Berlusconi, diventato deputato qualche giorno fa in sostituzione di un collega dimissionario.
Dunque un parlamentare in carica parteciperà al consiglio e voterà, costi quel che costi, comprese le inevitabili denunce che ne conseguiranno. Eppure la signora Lei deve fare così perché diversamente non può fare, la corda concessa era assai corta, forse più corta di quella data a Mauro Masi.
La vicenda, tuttavia, ci fa anche capire che Berlusconi detesta Monti, sente vicine le elezioni, vuole mandare un messaggio, e soprattutto vuole il controllo integrale delle piazze mediatiche, altro che liberalizzazione del settore…
Non solo ma, al di là delle apparenze, in questo modo si mantiene un legame profondo con la Lega, alla faccia delle ingiurie e dei comizi. Al momento della lottizzazione alla Rai per Umberto Bossi e soci va bene pure quella “mezza calzetta di Berlusconi”.
Sarà interessante vedere se di fronte a questa e vera e propria “Orgia del conflitto di interessi” il governo Monti-Passera riuscirà a procedere sul commissariamento della Rai, oppure se anche loro, come è già accaduto con governi del centro sinistra, dovranno piegare il capo e far finta di nulla.
* Pubblicato su Blitz Quotidiano