di Luca Scarnati
Il World Water Forum si svolgerà a marzo nella città di Marsiglia, organizzato dalle grandi multinazionali dell'acqua e dai governi per discutere su come gestire le risorse idriche. Ma come per ogni forum che si rispetti è pronto il contro forum, preparato in parallelo dai movimenti che si battono nel mondo in difesa dell'acqua pubblica. Rappresentanze di più di 40 paesi si preparano a dar battaglia affinché l'accesso all'acqua sia non solo un diritto, ma anche una realtà.
In Italia intanto, dopo la vittoria referendaria del giugno dello scorso anno, la battaglia in difesa dell'acqua pubblica segna un altro risultato: il Tar ha accolto il ricorso del Codacons, condannando i ministeri dell'Ambiente e della Salute a risarcire con 100 euro ciascuno circa 2.000 utenti di varie regioni che avevano riscontrato presenza di arsenico nell'acqua fornita dall'acquedotto. Rimborso simbolico, ma un principio importante: "fornire servizi insufficienti, difettosi o inquinati determina la responsabilità della pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress, rischio di danno alla salute".
La grande sfida ora è un'altra: far rispettare il risultato dei referendum del giugno dello scorso anno, quando la maggioranza degli italiani, una maggioranza inaspettata e sostanziosa, si era espressa in favore dell'acqua pubblica. Dal 21 luglio 2011, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il risultato referendario è legge, ma resta inapplicato. Così il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, che dalla raccolta delle firme alla campagna referendaria ha portato avanti un percorso di incredibile partecipazione popolare, ritorna in campo. Uno dei quesiti referendari ha abrogato la norma secondo la quale la tariffa dell'acqua era calcolata anche tenendo conto "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito", ossia va bene coprire i costi di gestione e investimento, ma non il profitto dell'azienda. Le tariffe sarebbero dovute scendere in tutta Italia, invece continuiamo a pagare in bolletta quello che non dovremmo più pagare per legge! Unica eccezione sembra sia la Napoli di De Magistris, che ha reso nuovamente pubblico il servizio idrico.
Dettagli tecnici indispensabili. Ogni Regione individua i principali bacini idrografici del proprio territorio e crea altrettanti ATO (Ambito Territoriale Ottimale, che nonostante siano stati aboliti nel 2010 continuano a essere prorogati per decreto); per ogni ATO viene istituita un'Autorità, che insieme ai Comuni, tramite Conferenza dei Sindaci di tutti i comuni dell'ATO, individuano un gestore che deve garantire i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. La tariffa è proposta dall'Autorità dell'ATO e approvata dalla Conferenza dei Sindaci. Una volta nota la tariffa e le relativa percentuale di remunerazione del capitale, che può andare dal 10 al 20% della bolletta, basta sottrarla all'ammontare complessivo della bolletta per sapere quanto il cittadino dovrebbe pagare veramente!
La campagna di Obbedienza Civile parte quindi in questi giorni, cominciando da Roma, con un bacino di utenza di 3.800.000 abitanti per 112 comuni, dove l'ACEA ATO2 S.p.a. (l'ente gestore, una controllata di ACEA S.p.a) applica attualmente una percentuale di remunerazione del capitale piuttosto alta, intorno al 18%. La procedura è relativamente semplice: bisogna presentare un semplice reclamo all' ente gestore, con richiesta di rimborso per la quota relativa alla remunerazione del capitale investito delle bollette pagate dopo il 21 luglio. Contestualmente provvedere al pagamento ridotto delle future bollette, sottraendo la percentuale di remunerazione del capitale. L'operazione è leggermente diversa se si è utenti diretti o se il contratto è condominiale, ma la sostanza non cambia. In ogni caso il Coordinamento Romano per l'Acqua Pubblica mette a disposizione tutto il materiale e le informazioni necessarie, sia sul sito obbedienzacivile che tramite una serie di sportelli di assistenza organizzati sul territorio da associazioni e comitati. Per future analoghe iniziative in altri parti d'Italia ci si può aggiornare sul sito acquabenecomune L'intento è di non lasciare mai solo il cittadino e di coordinare l'azione di obbedienza.
Non rimane poi che attendere risposta al reclamo. In base alla reazione degli enti gestori si deciderà come comportarsi, con eventuali azioni legali a livello locale e nazionale. A Roma ci si aspetta un rimpallo delle responsabilità alla Conferenza dei Sindaci e al Presidente della Provincia di Roma che la coordina, dato che la tariffa è decisa da loro. Tanto che il Coordinamento preme anche sul Presidente Zingaretti, perché alla prossima Conferenza a marzo possa trovare una soluzione al problema. La questione non sarà semplice, perché anche per i comuni quella percentuale rappresenta un introito. In particolare per il Comune di Roma, che detiene il 51% delle azioni della holding ACEA S.p.a. (il 15% appartiene a Caltagirone, l'11,5% alla Francese GDF e il restante 22,5% all'azionarato diffuso) e che con il potenziale attivo potrebbe coprire i buchi di bilancio di altre municipalizzate come AMA e ATAC. Intanto, anche per sottolineare la valenza politica della campagna, appuntamento pubblico a Roma il 10 febbraio davanti all'ACEA di piazzale ostiense, per la presentazione dei primi reclami da parte dei cittadini!