di Alessandro Danese
Accelera il processo di privatizzazione ma continua a correre forte anche la volonta’ di chi si batte perche’ l’acqua non diventi una merce. Oggi il Comitato promotore del Referendum Acqua Pubblica, piu’ di un centinaio tra comitati, associazioni e sindacati, ha depositato tre quesiti referendari presso la Corte di Cassazione. I tre quesiti chiedono naturalmente l’abrogazione di tutte le norme che stanno rendendo possibile la privatizzazione dell’acqua potabile nel nostro paese. Come sappiamo il governo con l’approvazione del decreto Ronchi, lo scorso 19 novembre, ha puntato forte il piede sull’acceleratore. Si tratta della legge 25 settembre 2009, n 135: “ Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia delle comunita’ europee” che nell’articolo 15 privatizza in pratica i servizi pubblici locali.
Cosi’ la societa’ civile, gli enti locali e i movimenti continuano la mobilitazione per ribadire “ il diritto all’acqua pubblica”. Dopo la manifestazione di Roma del 20 marzo e la Giornata Mondiale dell’Acqua, il 22 marzo, promossa dalle Nazioni Unite, oggi il percorso per la ripubblicizzazione dell’acqua ha preso la strada referendaria. Così Marco Bersani del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua illustra i tre quesiti: “Il primo per l’abrogazione del decreto Ronchi, il secondo chiedera’ l’abrogazione dell’articolo 150 del decreto ambientale del 2006, che stabilisce che l’unica gestione per i servizi idrici siano le Spa e infine il terzo quesito per eliminare ulteriori profitti dall’acqua, nella bolletta infatti c’e’ un 7% di ricarico che serve a remunerare il capitale investito”. Ricordiamo che il Forum italiano dei Movimenti per l’acqua gia’ aveva presentato una legge di iniziativa popolare sottoscritta da 400mila persone per chiedere l’uscita dai servizi idrici delle Spa: legge che dal 2007 giace nei cassetti delle commissioni parlamentari.
Dunque l’acqua, il nuovo oro blu che tanto fa gola alle multinazionali anche da noi tra poco, entro il 2011, finira’ nei tentacoli dei privati, ma un referendum a questo punto potrebbe riaprire i rubinetti dell’acqua pubblica, servono piu’ di 500mila firme poi l’ultima parola spettera’ ai cittadini.
Per visionare i quesiti referendari www.acquabenecomune.org
Ascolta l'intervista a Marco Bersani del Forum italiano dei movimenti per l'acqua