di Bruna Iacopino
Le immagini scorrono lente, agghiaccianti. I commenti sono quasi superflui. Arrivati al secondo giorno di blocchi stradali e resistenza in Val Susa, da parte dei No tav, altre testimonianze video vengono fatte circolare in rete e accanto a queste arriva anche il comunicato- testimonianza di chi, lunedì mattina stava dentro la baita Clarea, costretto ad assistere, impotente, alla caduta di Luca dal traliccio. I presidianti della baita raccontano di come poco prima delle 9 del mattino la baita sia stata circondata dalle forze dell'ordine in assetto anti-sommossa, della corsa di Luca, sfuggito ai controlli, dell'inseguimento repentino da parte di uno dei poliziotti, mentre loro i presidianti venivano bloccati. Quindi il dramma, Luca che si arrampica di più per sfuggire al suo inseguitore e viene folgorato dalla scossa di 50.000 volts sotto gli occhi attoniti dei compagni di lotta e della polizia.
E proprio da questo punto, a supporto del racconto, partono le immagini amatoriali, girate probabilmente con un cellulare che mostrano i momenti successivi all'incidente. Chi riprende lo può fare solo a distanza, chi stava alla baita non viene fatto avvicinare al corpo del ragazzo steso a terra come privo di vita. L'ambulanza, denunciano sul comunicato, arriverà dopo più di mezz'ora. Si sente la voce di un ragazzo che parla al cellulare e racconta per filo e per segno a chi sta dall'altra parte la dinamica dell'accaduto, a un certo punto la voce si spezza: “ Il corpo ha dei sussulti- dice- come tic nervosi, respira è vivo...”
“Nonostante le nostre insistenze- scrivono- parecchio tempo è trascorso prima che ad uno di noi venisse dato il permesso di avvicinarsi a Luca che dopo oltre un’ora veniva finalmente trasportato in elicottero all’ospedale. Scriviamo questo comunicato per informare su quanto accaduto realmente durante lo sgombero della baita Clarea, smentendo così le false ricostruzioni partorite dai media di regime insieme a tutte le voci che stanno girando in questi giorni. Non ci sono state trattative da parte nostra con le guardie per far scendere Luca, non sono stati usati lacrimogeni, nessuna corda di sicurezza era stata fissata dall’agente che seguiva Luca sul traliccio, non vi è stato nessun barricamento collettivo all’interno della baita.”
Scorrono ancora le immagini pochi minuti, solo per far vedere come, nonostante la gravità dell'accaduto le ruspe abbiano cominciato a lavorare alacremente circondate e protette dalle forze dell'ordine, come se nulla fosse successo.
Lavori che però vanno avanti, su un cantiere, che loro, i No tav, continuano a definire fantasma perchè nei fatti: il cantiere non esiste...
E ad affermarlo non sono solo i No Tav: “ Quanto sta accadendo in Val di Susa, e a macchia d’olio nel resto del Paese – sottolinea in una nota l'eurodeputata Sonia Alfano- è emblematico dell’irresponsabilità politica degli ultimi vent’anni, che ha creato un clima di soffocamento delle istanze dei cittadini. Meno di dieci giorni fa la delegazione del Parlamento Europeo ha visitato il ‘cantiere’ e ha constatato che i lavori non sono partiti. La stessa LTF, ad una richiesta di accesso agli atti, ha appena risposto che non è in grado di fornire il progetto esecutivo per il tunnel geognostico perché tale progetto non esiste. Non si spiega dunque per quale ragione ieri si sia tentato di prendere possesso dei terreni privati con la procedura d’urgenza nonostante non si possano effettuare i lavori”.