di redazione*
«C'è un ragazzo bravo, uno serio. Uno con la faccia perbene, ho segnato qui il suo numero. E' calabrese, viene da un piccolo paese ma studia a Roma. Ha deciso di fare un po' di cose in estate in Calabria. Magari mettiamo su un giornale, un dibattito. Una cosa così, insomma, una cosa antimafia. Segnati il suo numero, così vi mettete in contatto con lui. Si chiama Paolo». Riccardo Orioles, molto più e molto meglio di un giornalista, ti coinvolge così, con semplicità, rigore e serietà, nella sua formazione al giornalismo e all'antimafia rivolta ai ragazzi e alle ragazze che ha incontrato in questi anni, da quel suo ingresso al “Giornale del Sud”sotto la direzione di Pippo Fava, giornalista catanese ucciso dalla mafia nel 1984. Quarant'anni di antimafia sociale racchiusi in alcuni fogli A 4, rigorosamente piegati in orizzontale, con numeri, indirizzi mail, indicazioni, scritte fitte fitte. Lui che ha scelto come redazione la strada e come "colleghi" i giovani di oltre due generazioni "perchè - com'è solito dire - loro sono seri, quando li cerchi ci sono". Il giornalista antimafia è vincitore del Premio Nesi 2012, il riconoscimento istituito dalla Fondazione Nesi di Livorno volto a valorizzare persone ed associazioni che si sono distinte per il loro impegno socio-educativo in ambito civile e sociale.
Al giornalista siciliano, noto per la sua più che trentennale opera di denuncia del fenomeno politico-mafioso, il premio è stato assegnato «in virtù – dichiara Rocco Pompeo, presidente della Fondazione Nesi – del suo lungo e generoso lavoro di formazione, oltre che delle coscienze dei suoi lettori, anche dei tanti giornalisti che negli ultimi venticinque anni sono cresciuti professionalmente grazie alla sua gratuita e incondizionata dedizione».
Chi è Riccardo Orioles. Riccardo Orioles, nato a Milazzo (Me) nel 1949, ha mosso i primi passi nella professione sotto la guida di Giuseppe Fava, il giornalista assassinato dalla mafia a Catania nel 1984. Cronista di nera e giudiziaria al “Giornale del Sud”, nei primi anni Ottanta, sempre con Fava, affina le sue doti di giornalista d’inchiesta nel mensile “I Siciliani”. Dopo la morte del direttore, nonostante le numerose minacce di morte, assieme ai colleghi rilancia il suo impegno nella denuncia dei rapporti tra politica, impresa, massoneria e mafia. Dalla metà degli anni Ottanta, ha associato al suo lavoro di giornalista, che lo ha portato nel ’94 a fondare il settimanale “Avvenimenti”, ad un costante lavoro di formazione di nuove generazioni di giornalisti dando vita a veri e propri laboratori giornalistici come "I Siciliani Giovani" negli anni Ottanta, “La Catena di San Libero”, “Casablanca” e “U Cuntu” nei decenni successivi, e ultimamente curando un nuovo ciclo editoriale de “I Siciliani giovani”
Il Premio. Nella sua prima edizione, quella dello scorso anno, è stato assegnato a Suor Carolina Iavazzo, tenace educatrice a fianco di don Pino Puglisi nella Palermo delle stragi. E' istituito dalla Fondazione Nesi in memoria di Alfredo Nesi, il sacerdote toscano morto nel 2003 che ha dedicato la sua vita alla cura e alla formazione dei giovani, fondando nel 1962 il Villaggio scolastico di Corea nell’omonimo quartiere popolare di Livorno e, dal 1982, fornendo assistenza educativa e sanitaria nella periferia di Fortaleza in Brasile.
Quando. La consegna del Premio Nesi 2012, con un assegno di 3000 euro, avverrà a Livorno in una data da definire nella prossima primavera.
*tratto da www.liberainformazione.org