di Stefano Corradino
Nella nostra associazione convivono anime e sensibilità diverse. Democratici, radicali, socialisti, comunisti, liberali, cattolici, laici, tutti animati dal rispetto e dal rafforzamento dei principi della Costituzione, a partire da quell'art.21, il cui quotidiano aggiramento ci ha portato in coda ai paesi europei nella classifica della libertà di stampa.
Nel Paese del "Sultanato", per dirla con Sartori, in cui la democrazia non viene (ancora) abbattuta ma svuotata dall'interno, modificando silenziosamente le regole, si cerca di restringere ogni spazio di libertà, cancellare la resistenza dei contropoteri, di quelle controforze sulle quali si fonda il costituzionalismo liberale. Una sorta di dittatura indiretta.
E' per questa ragione, che nel contesto storico-politico in cui troviamo, tutti gli spazi in cui si può estendere la partecipazione degli elettori alla scelta dei propri candidati vanno riempiti.
Si può discutere se sia più o meno opportuno utilizzare lo strumento delle primarie per l'elezione di un segretario politico (in questo caso del pd) ma, comunque la si pensi, c'è una differenza sostanziale tra la chiamata alle urne per scegliere un leader politico, e un leader politico (in questo caso nel pdl) che si autoincorona impedendo che nel suo partito si possa scegliere, liberamente, tra più candidati.
Non daremo indicazioni di voto. Non lo abbiamo mai fatto. Che si voti per Marino, Franceschini o Bersani. O che si voti scheda bianca. Come ha scritto Nicola Tranfaglia sul nostro sito, indipendentemente dalla propria collocazione, "vale la pena dare il proprio concorso a questa scelta importante". E che se fallisse questa operazione, le primarie del Pd, "sarebbero guai per tutta l’opposizione".