di redazione
Si tratta di una autoconvocazione per mercoledì 28 ottobre alle ore 21 in Piazza San Giovanni in Laterano 40 presso la sala della sede dell'agenzia Econews. Un gruppo di giornalisti che lavorano da freelance, con contratti non giornalistici, con consulenze all'interno del sistema dei media (giornali, radio tv agenzie, addetti stampa), hanno deciso di fissare un incontro romano. Nel comunicato/invito di convocazione che viene utilizzato come un tam tam si legge: "Vogliamo dare vita ad un gruppo unitario che si unisca ad altre esperienze nazionali e che sia da stimolo alla FNSI per attivare una vertenza per i giornalisti come noi che oggi rappresentano la maggioranza di chi svolge questa professione".
L'invito è rivolto a tutti i giornalisti romani che si trovano in questa situazione. Sul tema c'è grande attenzione da Articolo 21, che aderisce all'iniziativa. Da tempo l'associazione - molti dei giornalisti sono fra i promotori dell'incontro romano - ha lanciato un appello al mondo della professione affinchè le prime attenzioni che stanno arrivando verso questo mondo di giornalismo "superprecario" si possano trasformare presto in una battaglia comune. Giorgio Santelli, nel marzo scorso, scrisse questo intervento che ben può definire il senso della situazione.
Giornalisti senza contratto. Rispettiamo i doveri ma vogliamo i diritti!
di Giorgio Santelli
La crisi economica che attanaglia l'Italia e le politiche in atto per risolvere questa situazione, si dimenticano di una parte di lavoratori che operano nelle diverse imprese editoriali, grandi e piccole, pubbliche e private. Parliamo di chi è iscritto all'albo dei giornalisti (sia come professionista che come pubblicista) e vive unicamente di questa professione. Ma non ha un contratto giornalistico. Si tratta di collaboratori, consulenti, programmisti registi, registi, sceneggiatori, autori testi, addetti stampa nella PA senza applicazione della L. 150, che non vedono riconosciuta la propria professionalità. In Rai come in tante altre testate e nelle più disparate aziende editoriali, a questi colleghi è preclusa la via di un contratto di lavoro che dia serenità.
In una fase di difficoltà economica e nel momento in cui alcuni tagli sembrano certi, anche a causa di politiche del governo che penalizzano le aziende editoriali, i loro, i nostri contratti di consulenza o di collaborazione rischiano di essere i primi a saltare.
In Rai, per esempio, siamo privi di ogni tutela. Nonostante siamo iscritti ad un ordine professionale, non possiamo essere difesi dall'UsigRai (perché non abbiamo un contratto giornalistico), né possiamo essere difesi dalla Federazione Nazionale della Stampa, il nostro sindacato. Troppe volte ognuno di noi è solo, non ci siamo mai contati né ci siamo coordinati. Eppure le nostre quote professionali annuali mantengono gli ordini regionali e molti di noi sono iscritti alla Fnsi.
Pensiamo che, proprio per la situazione in cui siamo, sia opportuno contarci e coordinarci perché solo riconoscendoci vicendevolmente possiamo avere la forza di pretendere i nostri diritti.
Noi siamo quei giornalisti che permettono ai programmi di andare in onda, ai quotidiani e ai periodici di essere in edicola, alle PA di comunicare, ai politici di comunicare coprendo i loro uffici stampa.
Siamo una colonna portante del sistema editoriale italiano. E troppe volte siamo soli. Soli di fronte alle richieste degli editori, soli di fronti alla giustizia, soli di fronte alla cronaca. Molti di noi sono giornalisti di frontiera, colleghi che, privi di difese, si occupano di mafie, di criminalità, di malaffare.
Contiamoci, passiamoci la parola, organizziamo un'assemblea nazionale e chiediamo a Ordine, Sindacato e Imprese editoriali di pensare a noi. E chiediamo a tutti i colleghi "garantiti" di stare al nostro fianco perché anche a noi, che rispettiamo i nostri doveri, siano concessi i nostri diritti.
Inviate la vostra mail a santelli_giorgio@yahoo.it con una breve scheda in cui dite chi siete, a quale albo siete iscritti, dove lavorate e con quali mansioni. Presto organizzeremo una assemblea a Roma per cominciare a ragionare sul nostro futuro.
È stato creato anche un gruppo su Facebook. "Giornalisti Senza Contratto. Rispettiamo i doveri ma vogliamo i diritti!"