di Liberazione*
(pubblichiamo l'articolo di oggi del quotidiano Liberazione. Articolo21 esprime solidarietà ai giornalisti e sottoscrive l'appello affinchè sui fatti del G8 non cada il silenzio. Ne approfittiamo per augurare buon lavoro alla redazione del quotidiano e anche del nuovo sito www.liberazione.it ben fatto nella grafica e nei contenuti - s.c.)
Quando De Gennaro promosse a pieni voti due funzionari di polizia coinvolti nelle violenze genovesi del luglio 2001 (uno era il capo dei celerini che irruppero alla Diaz, l'altro il funzionario filmato mentre prendeva la rincorsa per dare un calcio a un ragazzino), a Palazzo Madama parecchi senatori si chiesero se fossero giusti criteri di valutazione così arbitrari. Il giorno appresso, era il 16 settembre del 2005, alcuni segretari di sindacati di polizia si scagliarono con violenza contro il primo firmatario dell'interrogazione, Gigi Malabarba, all'epoca capogruppo del Prc. Nella cronaca di quella polemica accesa, Liberazione segnalò, a margine, il coinvolgimento di un dirigente provinciale di uno di quei sindacati nell'inchiesta barese sui raid squadristici di qualche tempo prima. Da qui la denuncia per diffamazione che ha prodotto, il 9 febbraio scorso, una pesante condanna per Checchino Antonini, che firmò quell'articolo, e Piero Sansonetti che dirigeva il quotidiano comunista. Otto mesi di detenzione per un articolo che, comunque, non diceva bugie. Otto mesi, in primo grado, di fronte a una richiesta della pubblica accusa di appena 400 euro di ammenda. La sentenza si iscrive nella tendenza all'applicazione, sempre più spesso, di pene detentive nei confronti di giornalisti. Il sindacato dei giornalisti, Stampa romana, ha sottolineato come il mix di intimidazioni e minacce di tagli alla stampa stia restringendo nel Paese gli spazi per la libertà di cronaca. Ecco perché è partito un appello di solidarietà per Piero e Checchino, in difesa della libertà di stampa e per tornare a parlare delle ragioni di chi manifestò a Genova nel 2001 e degli abusì di chi li aggredì. Immediata, sulla rete, l'ondata di sdegno per la condanna e di solidarietà con i due giornalisti. Migliaia di messaggi su facebook e molte le segnalazioni su blog e siti di colleghi, associazioni e mediattivisti (da Teledurruti a La Rana a Carmilla). Di seguito il testo dell'appello.
Martedì 10 febbraio, il tribunale di Roma ha condannato per diffamazione, a otto mesi, il cronista di Liberazione, Checchino Antonini, e il suo ex direttore, Piero Sansonetti. I fatti risalgono al 2005 quando l’allora capo della polizia, De Gennaro, attribuì ottimi voti, relativi al 2001, a due funzionari coinvolti nelle violenze di quell’anno al G8 di Genova. Gigi Malabarba, allora capogruppo al Senato di Rifondazione, denunciò quei criteri di valutazione e di selezione dei quadri di Ps ma fu a sua volta attaccato dalle dichiarazioni dei segretari di alcuni sindacati di polizia che facevano quadrato attorno al Viminale. Liberazione raccontò di quello scontro, tutto interno alla battaglia per verità e giustizia sui fatti di Genova. E per quel racconto si è trovata sulle spalle una denuncia, e poi una condanna. Dopo quasi dieci anni, guai a toccare Genova 2001.
Checchino Antonini e Piero Sansonetti sono stati condannati per aver svolto il proprio lavoro come hanno sempre fatto, senza mai aver derogato alla propria serietà professionale.
La solidarietà con i due cronisti ci sembra doverosa. Perché serve oggi a tenere aperti gli spazi per il conflitto sociale, per il diritto di cronaca, per tutte le battaglie di verità e giustizia in quello che, il familiare di una vittima della strage di Brescia, chiama il Paese dei comitati. Doverosa anche per non smettere mai di ricordare cosa è stato il G8 di Genova 2001, quali libertà fondamentali sono state lì violate e quali ragioni di libertà sono state gridate. Da tutti noi.