di Elisabetta Reguitti
Accade a Goito nel mantovano dove la giunta di centro-destra guidata da Anita Marchetti (Udc) ha approvato a maggioranza il nuovo regolamento dell’asilo pubblico che pone come condizione all’iscrizione del figlio l’accettazione di una sorta di preambolo religioso. O meglio: che possano essere iscritti solo bambini appartenenti a famiglie che accettano “l’ispirazione cristiana della vita”. Che significa? I divorziati sono tali? Le coppie di genitori separati? E i bimbi di quanti convivono? Senza parlare naturalmente dei numerosi immigrati per lo più di religiose islamica, indù oppure sihk.
E’ la prima volta che un’amministrazione pubblica subordina all’ispirazione religiosa l’accesso o meno a un servizio pubblico. Eppure il sindaco Anita Marchetti (appoggiata da Pdl e Lega) ha commentato che “pur essendo l'asilo pubblico, da sempre viene gestito secondo criteri che si ispirano al cristianesimo" e di conseguenza non c'è nulla di incostituzionale, dal suo punto di vista, nell'approvazione di questo regolamento.
La minoranza politica dell’amministrazione comunale ha inviato un esposto all'Anci (associazione nazionale comuni italiani) chiedendo di fare pressione sul Comune affinchè questo regolamento non venga applicato.
In seconda battuta ci si è chiesti come un asilo comunale possa comportarsi come se fosse privato imponendo vincoli alle iscrizioni dei bambini tanto più se si tratta di orientamento religioso.
Un aspetto questo sollevato in aula dagli stessi esponenti d’opposizione che hanno peraltro sottolineato anche come la Costituzione italiana stabilisca, tra l’altro, che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge “senza distinzione di religione”.
E sulla vicenda dell’asilo discriminatorio i parlamentari del Pd Enzo Carra e Emanuele Fiano hanno presentato un’interrogazione al ministro Roberto Maroni. E lo stesso Fiano interviene dicendo: “Apprendo incredulo che non potrò mai trasferirmi con la mia famiglia nella cittadina di Goito, in provincia di Mantova, perché se avessi bisogno di far frequentare l’asilo comunale ai miei figli ebrei non potrei. Evidentemente, la storia non è stata maestra di vita per tutti”