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di Redazione
“Il nostro obiettivo è quello di dare vita ad un’organizzazione, araba e indipendente, che difenda i diritti dei giornalisti che lavorano in questa parte del mondo.” Era il 16 giugno del 2008 quando a nome della Fondazione Samir Kassir lo scrittore Elias Khoury definiva così la “ragione sociale” di Skeyes, sigla che sta per “gli occhi di Samir Kassir” e di cui da quest’oggi i lettori di Articolo21 trovano il link sulla nostra home page. Samir Kassir oramai non è più un signor nessuno nel panorama culturale italiano. I suoi libri sono stati tradotti da Einaudi e Mesogea ed hanno avuto un grande successo, in particolare “l’infelicità araba”, che può essere definito il suo tentativo di spiegare cosa è andato storto nel mondo arabo, in particolare nel campo delle libertà individuali e collettive, e perché. Purtroppo Samir Kassir non scriverà altri libri di denuncia e difesa dei diritti civili nel mondo arabo. Nel 2005, poco dopo che un’esplosione aveva ucciso l’ex premier libanese Rafik Hariri, anche lui è stato assassinato, a Beirut. Come per tutti gli altri crimini perpetrati in quella drammatica evenienza storica, anche il suo assassinio risulta ancora opera di ignoti. E il tribunale internazionale che doveva indagare sui responsabili dell’intelligence siriana, i grandi indagati per quella terribile stagione di bombe e terrore, sembra paralizzato. Ma l’azione politica e civile di Samir Kassir non è finita in quel giugno del 2005. Per volontà della moglie, la giornalista di al Arabica Giselle Khoury, di amici di vecchia data come lo scrittore Elias Khoury, è nata prima la Fondazione Samir Kassir, e poi, con il sostegno dell’Unione Europea, Skeyes. Per chi voglia sapere che nel 2009 dieci giornalisti sono stati arrestati in Siria, che un poeta è sotto processo in Giordania e quanti episodi di censura si sono verificati in Libano e in altri paesi tra quelli monitorati da Skeyes non resta che fare un click. Nelle prossime settimane poi Articolo21 darà conto in particolare della gravissima situazione in cui si trovano a operare i giornalisti in Siria.
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