di Alessandro Danese
Forse i piu’ giovani non la ricorderanno, ma sicuramente ne avranno sentito parlare. L’ esplosione della centrale atomica di Cernobyl rappresenta il piu’ grande disastro nucleare ed ambientale della storia. Oggi si celebra il 24 esimo anniversario di quel terribile giorno. Ma facciamo un passo indietro. Ucraina al confine con la Bielurussia, allora entrambe repubbliche dell’Unione Sovietica, era il 26 aprile del 1986, quando all’una e 23 circa, in piena notte, il reattore 4 della centrale atomica di Cernobyl durante l’esecuzione di un test di sicurezza, racconta la cronaca, esplose provocando quello che negli anni e’ diventato il piu’ grande disastro ambientale a cui l’uomo abbia mai assistito. 61 persone rimasero uccise, per molte altre cominciò un calvario fatto di tumori e deformazioni. La nube radioattiva contaminò 150 mila chilometri quadrati attorno alla centrale e il vento la spinse fino all'Europa. .Negli anni secondo l’Onu si contano piu’ di 4mila decessi legati all’incidente, qualcuno parla addirittura di 15mila casi. Tornando all’oggi l’occasione del 24esimo anniversario del disastro di Cernobyl, mentre il governo italiano si appresta a rilanciare l’energia dell’atomo nel nostro paese, gli ambientalisti e non solo si mobilitano perche’ il governo non dimentichi quel giorno, sottolineando inoltre come scorie, costi e sicurezza siano problemi ancora oggi irrisolti. Il messaggio degli antinuclearisti e’ forte e chiaro. Dunque non ci troviamo piu’ di fronte ad una battaglia ideologica, il no all’atomo si fonda su dati concreti per cui il nucleare risulta praticamente sconveniente su piu’ fronti: costi, sicurezza e salute dei cittadini.
Intervista a Stefano Ciafani responsabile scientifico di Legambiente