di Leoluca Orlando
Il Governo ha presentato oggi un emendamento al Senato sulla scelta nucleare, con il quale "al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche... non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare". A una prima lettura, sembrerebbe una vittoria del movimento antinucleare che, come e' noto, si e' manifestato con la raccolta di centinaia e centinaia di migliaia di firme e con l'indizione del referendum il prossimo 12 giugno.
La dizione utilizzata, se letta con attenzione, non contiene pero' la decisione di abbandonare il programma nucleare; ha soltanto sospeso quel programma in attesa di accertamenti su sicurezza e in attesa di decisioni dell'Unione Europea.
Non si fa alcun riferimento esplicito alla esclusione del ricorso alla fonte nucleare di produzione energetica.
E' l'ennesimo tentativo di manipolare, distrarre e mortificare la regolare espressione della volonta' popolare.
Siamo in presenza di un bluff per sgonfiare attenzione e tensione sui pericoli del nucleare, disincentivare la partecipazione popolare, cercando di ostacolare il conseguimento del quorum per gli altri referendum su acqua e legittimo impedimento.
Siamo pronti, ovviamente, ad apprezzare e votare una disposizione di legge che accolga, testualmente e inequivocabilmente, il quesito referendario e sancisca l'abbandono del ricorso al nucleare nel nostro Paese. In mancanza di una tale chiara disposizione, il referendum dovra' avere luogo; non resta che andare a votare il 12 giugno, essendo chiaro che si e' tentato e si sta tentando di prendere in giro cittadine e cittadini.
Nucleare: il Governo fa un passo indietro, ma la guardia rimanga alta - di Alfiero Grandi*