di OSSERVATORIO TG ARTICOLO 21
I TITOLI DEL 26 APRILE 2010 - L’incontro Berlusconi Putin è l’apertura di oggi dei nostri telegiornali. Ma dentro questa notizia trova spazio ancora la contrapposizione tra il premier e Fini all’interno del Pdl, attraverso le dichiarazioni a distanza dei due leader. E questo fa passare in secondo piano l’accordo raggiunto con la Russia per la costruzione di nuove centrali nucleari. O meglio, se ne parla, ma solo mettendo in risalto le prospettive positive che deriveranno dallo sfruttamento di tale energia. Nessuna voce contraria. Tuttavia oggi riscontriamo una novità nella stesura dei titoli da parte delle redazioni dei Tg. Quasi tutti, con la sola eccezione di Studio Aperto e Tg4, riportano la notizia della condanna dei tre ex dirigenti della Fincantieri di Palermo per la morte di diversi operai a causa dell’amianto.
Questa notizia la ritroviamo nei titoli di apertura di Tg3, Tg5 e Tg2, mentre il Tg1 tratta l’argomento con un servizio al suo interno. Solo un lancio da studio per il Tg de La 7. Dunque i temi del lavoro ed in particolare quello relativo alla morte di operai nei propri luoghi di lavoro, hanno avuto grande spazio oggi. Dobbiamo quindi fare un plauso alla nostra informazione per aver portato al centro, almeno per una sera, una vera tragedia sociale che ogni anno colpisce più di mille famiglie. Di tale grande problema parleremo ancora nello spazio commento con Diego Alhaique, che è tra gli animatori del “Canale lavoro” del sito di Articolo 21.
Per il resto tanta cronaca in tutti i telegionali. Principalmente per quelli Mediaset, come Studio Aperto, che apre con la vicenda del pluriomicida di Mantova. Lo stesso fatto lo ritroviamo in tutti i titoli e servizi degli altri Tg.
Ma c’è spazio anche per lo sport con le analisi del giorno dopo la domenica sportiva. In particolare si è parlato del dopo partita Roma Sampdoria, con la sconfitta dei giallorossi, e delle lacrime di Totti e Mexes. Colpiscono i titoli fotocopia di Tg5 e Tg1 sull’argomento.
E in conclusione vi diciamo che giovedì, secondo gli esperti, arriverà la primavera con temperature di trenta gradi. Questo farà sicuramente piacere ad Emilio Fede, il quale, finalmente, e aggiungiamo forse, potrà concludere la sua personale inchiesta sul perché di un ritardo così preoccupante.
Il Commento: Diego Alhaique, esperto di sicurezza sul lavoro
(intervista di Alberto Baldazzi)
Per chi come lei da sempre segue i problemi della sicurezza sul lavoro, è una soddisfazione vedere che in nostri tg in buona parte hanno dato evidenza questa sera alla vicende Fincantieri di Palermo.
“Si, senza dubbio. E’ importante che i media parlino di questi problemi perché fino a qualche anno fa di questo non si occupavano; lo facevano solo quando c’erano le stragi. Debbo dire che siamo tutti d’accordo – come addetti ai lavori - che questo clima è stato creato dai ripetuti appelli del Presidente Napolitano fin da quando inizio il suo mandato a metà 2006. La società ha risposto : i media innanzi tutto, ma anche le istituzioni, le parti sociali. Questo è un risultato importante”
Vogliamo “sfatare” un dato “fatalistico”: che sul lavoro si possa morire?
“Si, senza dubbio. Abbiamo fatto passi molto importanti in Italia negli ultimi anni. Per rispondere più precisamente alla sua domanda: l’incidente sul lavoro non è una fatalità , non cade dal cielo. Tanto è vero che spesso si può verificare caso per caso come sia dovuto alla mancanza di misure di sicurezza, alla mancanza di regole che la legge prevede al fine della prevenzione. Per questo anche questi risultati di diminuzione dei numeri relativamente agli infortuni e ai morti ogni anno, non ci possono accontentare”
Il Caso amianto-Fincantieri riporta anche ad un altro connubio che si sta ispessendo nella coscienza diffusa: lavoro e ambiente.
Senza dubbio l’amianto ha rappresentato un tragedia purtroppo annunciata, per lo meno dalla metà del secolo scorso , prima nella comunità scientifica e poi nell’intera società civile, che ha riguardato non solo chi ha lavorato l’amianto, ma anche chi ha abitato intorno alle fabbriche dell’amianto. Il caso tristemente più noto è quello di Casal Monferrato, dell’Eternit; in quella città sono morti per tumore causato dall’amianto non solo centinaia di lavoratori ma anche centinaia di cittadini. Si è arrivato oramai a quasi 800 morti a causa di questa fabbrica che spandeva polveri di asbesto al di fuori di reparti nei quali non c’era assolutamente la capacità, la misura preventiva adeguata ad evitare che si respirasse questa fibra. Oggi la storia dell’amianto , con queste condanne, deve insegnare che si deve essere molto attenti e prudenti nei confronti di procedimenti lavorativi che spesso sono dannosi e si rivelano esserlo anche dopo tanto tempo. Attualmente, per esempio , non si presta la giusta attenzione al lavoro e alle tecnologie che hanno a che fare con le nano particelle , vale a dire con dei materiali che hanno dimensioni minutissime, al di sotto del miliardesimo di metro, e che portano sicuramente, in quanto respirabili, delle conseguenze. Già questo lo possiamo verificare con le così dette polveri sottili, nell’ambiente cittadino, con lo smog. Quando questi procedimenti si svilupperanno ancora di più ( attualmente si parla di alcune decine di migliaia di lavoratori che sono esposti a queste nano particelle, ma diventeranno centinaia di migliaia nei prossimi anni, perché si tratta di una tecnologia che si sta sviluppando molto velocemente); quando si sarà ulteriormente sviluppata. c’è da augurarsi che si sia precedentemente compreso che devono esser approntate misure di protezione e di prevenzione che evitino di respirare queste sostanze o di assorbirle con la pelle”