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La lotta contro l'amianto e i troppi pregiudizi
di Bruno Pesce
“E’ colpa vostra se l’Eternit ha chiuso! L’Eternit poteva esserci ancora …” Queste affermazioni mi furono rivolte, con fare deciso, poco più di un anno prima del processo penale Eternit del 1993 (e alla vigilia della conquista della L. 257/92 che mise al bando l’amianto in Italia) da un signore di Casale Monferrato in un corridoio del tribunale della città.
Sulla stampa locale, una delle (poche) lettere favorevoli all’”offerta” di Schmidheiny era sottoscritta da questo signore.
Ora, non voglio ribadire i motivi per cui la città di Casale dovrebbe dire NO all’accordo con l’imputato svizzero: è già stato fatto molto efficacemente anche da molti famigliari, cittadini ed importanti personalità.
Quelle affermazioni, però, sono figlie di un pregiudizio e di una distorsione culturale nei confronti della lotta contro l’amianto che ha impedito di comprendere che questa battaglia sta vedendo sempre di più la partecipazione di tutta la città, indipendentemente dal colore politico, dall’età e dalle differenze sociali.
Che cosa deve ancora succedere, a causa dell’uso criminale dell’amianto da parte dell’Eternit, importante e potente multinazionale, perché anche queste persone se ne rendano conto?
In tantissimi, davvero, vorremmo poter riconoscere solennemente all’Amministrazione di Casale, di averci ripensato, cioè di aver fatto la scelta più giusta, per il presente e per il futuro.
Sulla stampa locale, una delle (poche) lettere favorevoli all’”offerta” di Schmidheiny era sottoscritta da questo signore.
Ora, non voglio ribadire i motivi per cui la città di Casale dovrebbe dire NO all’accordo con l’imputato svizzero: è già stato fatto molto efficacemente anche da molti famigliari, cittadini ed importanti personalità.
Quelle affermazioni, però, sono figlie di un pregiudizio e di una distorsione culturale nei confronti della lotta contro l’amianto che ha impedito di comprendere che questa battaglia sta vedendo sempre di più la partecipazione di tutta la città, indipendentemente dal colore politico, dall’età e dalle differenze sociali.
Che cosa deve ancora succedere, a causa dell’uso criminale dell’amianto da parte dell’Eternit, importante e potente multinazionale, perché anche queste persone se ne rendano conto?
In tantissimi, davvero, vorremmo poter riconoscere solennemente all’Amministrazione di Casale, di averci ripensato, cioè di aver fatto la scelta più giusta, per il presente e per il futuro.
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