di OSSERVATORIO TG ARTICOLO 21
I TITOLI DEL 3 MAGGIO 2010 - Oggi è stata la giornata internazionale dell’Unesco sulla libertà di stampa. Bene: nei titoli dei Tg italiani non ve ne è traccia. Segno che in Italia è garantita o forse che non se ne parla per evitare profondi interrogativi. Di questo ne discutiamo con Domenico Affinito, Vice Presidente di Reporters sans frontieres italia. Aperture diverse per i Tg nazionali.
Il Tg1 sceglie le dichiarazioni di Ahmadinejad contro le armi degli Stati Uniti in Italia. Con coraggio Tg2 e Tg3 aprono sulla vicenda Scajola. Il Tg 4 sull’attentato mancato a Times Square; il Tg 5 sulla marea nera della Louisiana e Studio Aperto sull’inizio del processo per l’omicidio a Sanah, la ragazza tunisina uccisa dal padre per essersi innamorata di un italiano. Aldi là della scelta di apertura, le 5 notizie si rincorrono nei titoli dei tg. Scajola campeggia sui Tg Rai e basta mentre della Marea Nera parlano anche Tg2, Tg3, Tg4 e Tg5. Da segnalare una bella ricostruzione della scena del delitto Pasolini sul Tg2, la nascita dei circoli di Generazione Italia – solo sul Tg3 – la nascita di un nuovo canale digitale in casa Mediaset sul Tg5. Scompare dai titoli la situazione greca: solo il Tg3 riporta la notizia sullo sciopero di quarantotto ore contro le misure del governo Papandreu.
La polemica con le stagioni prosegue invece sul Tg4. Ormai è chiaro, dovrebbe metterselo in testa il direttore Emilio Fede. La primavera non arriva perché non esistono più le mezze stagioni. Come è estremamente chiaro che uno dei primi impegni del governo è un decreto sulle intercettazioni telefoniche. Non passa giorno che le due notizie non siano nei titoli del Tg4. Stasera si aggiunge l’impegno del Governo sulla sicurezza stradale. Si dimentica però, il Tg4, di parlare di un emendamento del Pdl che vuole evitare che siano tolti i punti agli indisciplinati autisti delle auto blu. Notizia, questa, riportata dal Tg3.
Torna Marrazzo in Rai. Sarebbe cosa normale, visto che era un lavoratore in aspettativa mentre svolgeva un incarico elettivo. Invece Studio Aperto stigmatizza il fatto: “Torna come caporedattore a disposizione del direttore”. In pratica torna a ricoprire l’incarico precedentemente svolto. Dove sta la notizia? Segnaliamo infine l’aumento del prezzo dei carburanti. Lo ricorda il Tg5. Le famiglie pagheranno in più 288 euro all’anno.
Il Commento: Domenico Affinito, vice presidente Reporters sans frontières
(intervista di Alberto Baldazzi)
Domenico Affinito, ma succede anche in altri paesi che la giornata mondiale Unesco sulla libertà di stampa e anche la pubblicazione del report, nelle stesse ore, da parte di Report Senza Frontiere, non veda nessuna attenzione da parte dei maggiori media che sono i tg di prima serata?
No, assolutamente no. Negli altri paesi, in Spagna, in Francia, in Germania perfino in Austria c’è un’attenzione altissima, non solo rispetto al rapporto di RSF, quello è il meno, ma soprattutto per la Giornata mondiale della libertà di stampa dell’Unesco. L’Unesco ha decretato il 3 Maggio la Giornata mondiale per la libertà di stampa. Tante associazioni se ne occupano e nessuno si dimentica di questa giornata. Siamo giornalisti, il problema dell’espressione della libertà di stampa è molto importante, quindi nei paesi che in qualche modo hanno a cuore la libertà di stampa e di espressione c’è un interesse a ricordarlo. In Italia c’è sempre meno.
Forse questo è un po’ il corno del problema perché l’associazione nel suo report, da i voti a tanti paesi nel mondo ma analizza anche l’Italia e sull’Italia puoi sintetizzare cos’è che non va nel vostro osservatorio?
L’Italia ha una situazione un po’ particolare. Noi giudichiamo l’Italia in modo severo per quanto riguarda le pressioni sui giornalisti da parte della criminalità organizzata, tant’è vero che l’abbiamo inserita per questo motivo nei paesi predatori della libertà di stampa. I predatori sono la criminalità organizzata che minaccia costantemente i giornalisti. Però c’è un problema forte anche a livello politico, perché? Perché abbiamo una serie di problematiche molto forti che vanno dal conflitto di interessi, fino alle pressioni che sono state fatte nell’ultimo periodo. Tant’è vero che citiamo in modo anche esplicito la figura del Presidente del Consiglio Berlusconi nel rapporto tra i predatori, non tanto in quanto predatore, ma per il suo commento nei confronti dei giornalisti che darebbero un’immagine pessima dell’Italia parlando di mafia. Ecco, commenti di questo genere sono inaccettabili in un paese democratico. Se noi dovessimo giudicare la compiutezza della democrazia italiana dal punto di vista del grado di libertà di stampa e di espressione dovremo dire che l’Italia è una democrazia non compiuta.