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"Costituiamo scorte civiche!" Fino al 15 maggio il Premio Giuseppe Fava
di Ylenia Di Matteo
“Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo”. Questo il giornalismo per Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia nel 1984.Alla sua memoria e al suo impegno è dedicato il Premio Nazionale per il giornalismo, la democrazia, la legalità “Giuseppe Fava”, patrocinato da numerose associazioni, tra cui “Ammazzateci tutti”, “Ass. culturale Enzo Biagi”, l’Ordine dei giornalisti, la Federazione della stampa, Articolo21. Si svolge a Teramo (nei comuni di Giulianova, Roseto e Pineto), fino al 15 maggio. “Un premio significativo, nato dal desiderio di educare alla legalità, con cui lanciamo un’idea importante, quella di costituire scorte civiche, con cui chiedere la verità ed esprimere la solidarietà a tutti gli operatori dell’informazione quotidianamente isolati, umanamente e professionalmente”. E’ in quest’ottica che Leo Nodari (Società civile), tra gli organizzatori dell’evento, illustra quelli che saranno giorni intensi. Numerose le iniziative. Incontri, presentazioni di libri, documentari, film, musica, espressione di un’Italia che resiste. “Fava ne faceva parte.” – Sandro Ruotolo, Presidente del Premio – “ Era uno dei tanti appassionati a raccontare la verità mantenendo uno spirito libero. Oggi purtroppo è in discussione la parola, con i ripetuti attacchi alla stampa, i continui bavagli, la democrazia è in pericolo”.Tra i premiati, Francesco La Licata, giornalista de “La stampa”, autore, insieme a Massimo Ciancimino di “Don Vito”. “Questo riconoscimento è espressione di solidarietà tra popoli lontani (l’Abruzzo e la Sicilia ndr), accomunati dal desiderio di ricerca della verità. Il momento è poco felice, visto che i giornalisti per scrivere devono farlo sui libri e non sui propri giornali. Colleghi che non vengono più uccisi nel corpo ma nell’animo, quando viene meno la libertà di fare il proprio lavoro (la critica oramai è diventata reato di lesa maestà)”.Cittadinanza attiva dunque, per affrontare e combattere l’oscurità dei diritti e della legalità in cui siamo finiti, perché “A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?”
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