di Federico Orlando*
Cara Europa, in tutti i paesi liberi i film, come i giornali,i libri,le inchieste tv, si fanno per mettere in luce fatti e problemi. Punti di vista, si dirà: certo, ogni indagine per quanto obbiettiva, e ancor più ogni commento per quanto sereno, sono pur sempre punti di vista. La democrazia è il confronto dei punti di vista. Sabina Guzzanti porta prove al suo punto di vista:e cioè che i “ricostruttori” abbiano trasformata L'Aquila in Draquila, l'occasione d'oro per abboffarsi, mentre quello di Berlusconi è che sia stata un miracolo. Ho casa a L'Aquila e di “miracoloso” c'è stata solo l'immediatezza della prima assistenza ai senza tetto, pagata però con ordinanze di emergenza che hanno consentito, insieme alla celerità, ogni genere di porcheria: come le inchieste stanno dimostrando. Anche Mussolini governava per editti. Ma non credo abbia mai confuso l'assistenza ai terremotati o agli alluvionati con le visite pastorali del papa, definite “grandi eventi” e come tali equiparate ai disastri naturali e affidati alla Protezione civile, a carico dei contribuenti italiani. Anche di queste cose si parla nel documentario-film di Sabina Guzzanti.
(Marco Del Giudice, Roma)
Caro Del Giudice, Bondi e Berlusconi non demonizzano le porcate, ma che se ne parli. A Cannes o in Italia. A differenza del ministro, che giudica i film senza averli visti, domenica sera ho visto Draquila per poterne scrivere queste poche righe, e non mi sono certo adontato per quella grossa tenda montata dal Pd e definita “vuota 360 giorni dell'anno”. Semmai, m'è dispiaciuto che la regista non abbia insistito di più su cose note ma sanguinanti, come il mancato preallarme, che ha lasciato sotto le macerie tante giovani vite nella Casa dello Studente. Non intendo dire se il film, realizzato da Sabina con tanta fatica personale, tantissimi ostali e nessun mezzo, sia un capolavoro o no, per me è una documentazione abbastanza ampia di malefatte dei governanti e di debolezze dei governati, della distanza ormai siderale che separa il nostro da un vero Stato di diritto ma anche di quella che separa la nostra gente da un popolo consapevole. In piccolo, mi è parso di rivedere il finale della seconda guerra mondiale: all' ultimo, dopo vent'anni, gli italiani si rivoltano contro tiranni, gerarchi e sanguisughe, quando il paese è già tutto in rovina. Troppo tardi. E nulla è cambiato del “tradimento dei chierici” (i cosiddetti intellettuali), oggi come allora silenziosi fino al penultimo giorno: così, Zeffirelli dice che Bondi fa bene a non andare e che bisogna abolire i festival. Chissà se l'avrebbe detto per un premio a una sua opera. Draquila è la dimostrazione pedagogica del dominio delle parole e delle luminarie sulla nostra intelligenza. Se il premier dice che la sovranità appartiene al popolo dal quale si trasferisce direttamente al governo, il popolo applaude credendo di essere diventato protagonista, e non avvertendo d' essere più di prima la bestia da soma. Bisognerebbe farglielo sapere, magari non tenendo le tende chiuse 360 giorni l'anno.
Un uomo di Sarkozy, l'ex ministro della cultura Jack Lang, che non è un Bondi così come Sarkozy non è un Berlusconi, ha commentato il forfait del ministro italiano a Cannes: “Ha una strana concezione della libertà. E' davvero difficile capire come sia possibile che il partito di Silvio Berlusconi si chiami Popolo delle libertà”. Invece, non è difficile per niente: tutto ciò che natura di questa cosiddetta destra italiana, è definito, come nella neolingua di Orwell, con parole rubate al vocabolario della gente per bene. Il populismo viene chiamato sovranità popolare, il monopolio dell'informazione viene chiamato pluralismo, il conflitto d'interessi viene chiamato libera iniziativa, il furto di cricche e furbetti viene ribattezzato iniziativa privata, un rapporto del Kgb è spacciato per lezione di liberalismo (“Professeur Poutine, docteur és libertés, Le Monde 5 maggio pg.2)...In fondo, la cosa più dolce e innocente è chiamare escort le cosiddette mignotte. Non meravigliamoci se l'atto d'accusa della Sabina contro le furfanterie di governo venga spacciato per offesa all'Italia. Anzi rallegriamoci, perché l'appello al “patriottismo” è l'ultima carta dei regimi morenti. (Federico Orlando)
* Europa Quotidiano - 11 maggio 2010
Cinema e cultura: il fallimento del ministro Bondi: dai teatri lirici a Sabina Guzzanti - di Giuseppe Giulietti* / Intervista a SABINA GUZZANTI e VALERIO TERENZIO - di Santo Della Volpe / L'Aquila non si ricostruisce senza verità - di Stefania Pezzopane