di DENTRO LE NOTIZIE
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I TITOLI DI LUNEDI' 17 MAGGIO 2010 - Dopo lunghi mesi di applicazione al report quotidiano sui tg di prima serata , nascono spontanee delle riflessioni , anche autocritiche. Un esempio? Non rischiamo di apparire dei “maestrini” che danno voti, elargiscono encomi, e più spesso bacchettate? Se così fosse, sbaglieremmo, prima ancora che nelle singole analisi, nei presupposti del nostro lavoro.
Stasera, quindi, stiamo particolarmente attenti a comprendere anche gli aspetti di “macchina” che reggono i tg in una giornata che ha visto ancora vittime militari italiane in Afghanistan, oltre che una serie di movimenti nella politica ed evoluzioni nelle inchieste su appaltopoli, per non parlare degli sviluppi del caso Marrazzo, o del dopo festeggiamenti con polemiche per lo scudetto dell’Inter. Ma questo tipo di premessa, valida per oggi come per le giornate precedenti, non ci impedisce di notare che i nostri tg hanno una straordinaria predisposizione a “bucare” il sociale. Abbiamo spesso parlato delle morti sul lavoro che quasi sempre scivolano via come l’acqua sulla pietra; per non dire dei punti di crisi, che compaono solo con riprese di tetti, quando i senza lavoro ci piantano le tende.
Ieri abbiamo visto come per qualcuno il tiro alla fune leghista sul Ticino abbia soverchiato la Marcia della Pace Perugia Assisi. Ma veniamo a questa giornata. Dopo che le tematiche della lotta all’omofobia hanno finalmente varcato il portone del Quirinale, in occasione della giornata internazionale indetta dall’Unione Europea, perché mai dobbiamo trovare un solo titolo, quello del solito TG 3, ed un solo più che decente servizio all’interno del tg 2? Neanche le parole di Napolitano e della ministra Carfagna hanno attirato l’attenzione delle altre testate, per altro abituate ad occuparsi a mani basse di cronaca nera quando questa ha a che fare con violenze contro i gay e i trans . Ma dimenticavamo: la “violenza” ed il “torbido” tirano, mentre le rivendicazioni dei diritti , le proposte della società meno incivile, possono tranquillamente scomparire. Risultato? Questa sera i fruitori di 5 tg su 7 non hanno saputo niente di una giornata che si onora in tutta Europa. Di questo parliamo nel commento con Anna Paola Concia, attivista del movimento per i diritti di omosessuali e trans.
Tg con tempi stressati, dicevamo. Per fortuna il TG 5 ha trovato il modo di mandare un lungo servizio sulla caccia alla volpe nell’aeroporto milanese; il simpatico animaletto impediva agli aerei di decollare.
Il Commento: Paola Concia, attivista LGTB
(Intervista di Ambra Murè)
Onorevole Concia, la battaglia contro l’omofobia si gioca su due filoni, uno politico e uno culturale. Su quest’ultimo punto i mezzi di comunicazione hanno, o almeno dovrebbero avere, una grande responsabilità sociale…
Assolutamente sì. Lo ha anche ricordato oggi il capo dello Stato, rivolgendosi in particolare ai mass media e dicendo che rispetto al passato c’è maggiore attenzione e maggiore rispetto per le persone omosessuali e transessuali. Ci vuole il contributo di tutti per sconfiggere l’omofobia e la transfobia. Naturalmente – ha detto il capo dello Stato – un ruolo importante è quello del Parlamento, che deve lavorare tutto insieme, destra e sinistra, perché i diritti umani non sono né di destra né di sinistra. Ma un contributo importante può darlo anche tutto il resto della società.
Quando si parla di mezzi di comunicazione, ovviamente non si intendono solo i tg o le trasmissioni di approfondimento. Anche la pubblicità progresso può fare la sua parte. La grande novità di questi ultimi mesi è appunto la campagna contro l’omofobia lanciata dal Ministero delle Pari Opportunità… le sembra un esperimento riuscito?
Assolutamente sì. E’ la prima volta che un Governo fa una campagna contro l’omofobia, quindi questo è stato un elemento molto importante. Tra l’altro questa campagna si è molto vista nei mass media, quindi c’è stato un investimento importante da parte del Ministero per le Pari Opportunità. Io credo che campagne contro l’omofobia sono molto importanti perché sollecitano l’opinione pubblica a riflettere.
Guardando in generale alla nostra televisione, le sembra che l’immagine di omosessuali e transessuali che viene veicolata giornalmente sia aderente alla realtà o piuttosto sia ancora appiattita su vecchi e comodi stereotipi?
Naturalmente rispetto al passato, quando di noi si parlava sono in riferimento ad ambienti torbidi, molti passi avanti sono stai fatti. Purtroppo i mass media amano ancora descriverci con lo stereotipo del gay, della lesbica e del trans. E questo non aiuta, anche perché la nostra vita ancora è troppo diversa da come viene descritta. La mia battaglia, infatti, è proprio quella di raccontare la normalità dell’omosessualità. Noi siamo donne e uomini che fanno una vita assolutamente uguale a quella di tutti gli altri. Ma c’è anche un elemento da sottolineare rispetto al mondo della comunicazione, cioè che è più facile, fa meno paura l’omosessuale border line, quella figura appunto così diversa, così di confine, mentre fa più paura un omosessuale che può essere il vicino di casa, tuo figlio, il tuo medico, una persona insospettabile dunque. Il 99% degli omosessuali sono persone insospettabili e questo fa più paura che descrivere lo stereotipo, la macchietta.