di redazione*
La Commissione Giustizia della Camera ha bocciato la proposta di legge sull'omofobia redatta dalla relatrice Anna Paola Concia del Pd. Il voto e' finito 26-17. Contro hanno votato Pdl, Lega e Responsabili. A favore erano invece Pd, Idv e Fli. L'Udc si e' divisa: contro hanno votato Luisa Capitanio Santolini e Roberto Rao, in linea con la scelta del partito. Ma c'e' stato il distinguo di Lorenzo Ria che si e' invece astenuto a titolo personale. Per il voto, il Pdl ha chiamato in commissione diversi sostituti di deputati assenti. Per una coincidenza, c'era anche Alessandra Mussolini relatrice del provvedimento successivo, ma non le e' stato permesso di sostituire nessuno. "Sono a favore e non mi hanno dato la sostituzione", ha poi spiegato lei stessa.
A questo punto, il Pd ha chiesto di tornare al testo originario presentato dall'allora capogruppo Antonello Soro.
Il ministro per le Pari opportunita', Mara Carfagna, prende le distanze dalla maggioranza: "Il Popolo della liberta', col voto di oggi in Commissione, ha perso un'occasione. Il testo, infatti, non prevedeva il reato di omofobia, ma introduceva aggravanti per i reati commessi a scopo discriminatorio", ricorda il ministro che sottolinea come si tratti di "una norma di stampo europeo. Votero' a favore del provvedimento non appena arrivera' in Aula".
Per questa sera e' fissato il termine degli emendamenti che saranno votati domani. I democratici sono intenzionati a presentare proposte di modifica che di fatto recepiscano la mediazione trovata dalla Concia tenendo conto anche delle osservazioni degli altri gruppi. Comunque il testo, visto che e' in quota opposizione, andra' in aula dal 23 maggio.
In apertura di seduta, il Pdl con Enrico Costa aveva chiesto un'ulteriore rinvio della discussione. Ipotesi respinta dalla Concia. "Sono 959 giorni, vale a dire 2 anni 6 mesi e 27 giorni che discutiamo su questa legge", ha sottolineato la deputata, visibilmente delusa visto che gia' aveva dovuto subire la bocciatura il 13 ottobre del 2009 della sua prima versione del testo in Assemblea, quando fu approvata la pregiudiziale di costituzionalita' presentata dall'Udc. Il suo appello e' caduto nel vuoto. Eppure, ha ricordato, si era limato il testo in modo da superare le pregiudiziali di costituzionalita'. Come aggravanti si sono indicate non piu' "l'omofobia" e "l'identita' sessuale" ma "l'omossessualita'" e "la transessualita'". E il riferimento era solo alle aggressioni e non ai reati di opinione.
Non e' bastato ne' alla maggioranza ne' all'Udc. "Abbiamo sempre avuto perplessita' sui profili di costituzionalita' di questa legge", ha spiegato Carolina Lussana, capogruppo della Lega Nord in commissione. "Il tema va affrontato", ha riconosciuto, "ma perche' applicare aggravanti in caso di reati commessi per omofobia e non nei confronti di chi e' disabile o la pensa politicamente o calcisticamente in modo diverso?". Ora "avanzeremo le nostre proposte". Anche l'Udc non condivide il merito delle norme. "Non siamo pregiudizialmente contrari, ma questo testo fa acqua e non lo si puo' votare cosi'", ha spiegato la Santolini. Durissimo invece Nino Lo Presti. "Pdl e Lega si confermano forze estremiste", ha detto l'esponente di Fli, "altro che moderati. E mi stupisco di un liberale come Costa". Delusa anche Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione. "Avevamo tenuto conto della legislazione Ue e superato i profili di incostituzionalita'", ha ricordato. Non solo. "Avevamo anche audito costituzionalisti su richiesta proprio della maggioranza e recepito le loro osservazioni", ha assicurato, ed "eravamo arrivati al minimo denominatore comune".
*tratto da AGI