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La manovra: questa sconosciuta. I Tg si "arrabattano" per capirne qualche cosa
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di DENTRO LE NOTIZIE

La manovra: questa sconosciuta. I Tg si "arrabattano" per capirne qualche cosa

ASCOLTA L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 25 MAGGIO 2010
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I TITOLI DEI TG DEL 25 MAGGIO 2010 - Tanto tuonò che piovve. Potrebbe essere questo l’incipit delle pagine politiche dei Tg di oggi. Unito anche alla necessità di parlare di una manovra con pochi elementi a disposizione. Tanto tuonò che piovve perché c’è uno stop, per ora solo formale, al Ddl intercettazioni. Dopo le proteste trasversali,  il Presidente del senato Schifani rassicura il mondo dell’informazione e l’opinione pubblica. Dal Senato non uscirà una legge bavaglio. La notizia è solo nei titoli del Tg3 e del Tg4 ma gli altri ne parlano all’interno. La Manovra invece, sebbene campeggi nelle aperture di tutti i Tg, resta sconosciuta per i contenuti.

Si sa dell’importo (24 mld in due anni), delle reazioni (maggioranza a favore, Casini entusiasta, Pd e Idv contrari e sindacati divisi con Cgil contro e Cisl e Uil pronti a discuterne; Enti Locali contrari), ma poco delle misure adottate. E si cambiano anche le parole. Non si dice “condono” ma “regolarizzazione” delle case non accatastate come tali.  La notizia sulla manovra viene legata alla crisi economica mondiale: la Grecia non è più tanto lontana e sembra quasi che sia proprio la Crisi quell’elemento giustificativo, per il Governo e per Tremonti, per  fare passare una manovra da lacrime e sangue. Ne parleremo oggi con il giornalista economico del Tg5 Giuseppe De Filippi.

Sui Tg è presente la cronaca con due notizie. Gli avvisi di garanzia per la tragedia di Ventotene  li troviamo nei titoli di tg2, tg5 e Studio aperto; l’apertura del processo sul caso di Denise Pipitone su Tg1, Tg5 e Studio Aperto. Solo il Tg2 ricorda nei titoli che oggi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontra il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama. Una notizia importante e che farà scalpore invece trova spazio sulla Copertina de La7 e sul Tg2: il Consiglio superiore di Sanità apre la porta alle donazioni samaritane. Hai un rene? Vuoi donarlo? Ora puoi farlo al di là dei legami di parentela o affettivi. Un rischio, a nostro avviso, che potrebbe semplificare le donazioni ma anche aprire un’area grigia per le vendite illegali. Solo il Tg3 mette nei titoli la crisi tra le due Coree.

Chiudiamo però con il gossip, sempre tanto sui Tg. Teo Mammuccari e Aida Yespica si baciano appassionatamente su Studio Aperto mentre quest’anno la Primavera è definitivamente sfuggita a Emilio Fede lasciando il passo al caldo afoso, l’insonnia e i dolori articolari. Insomma, la crisi brucia i miliardi, la borsa evapora , il caldo è afoso e la manovra finanziaria provoca insonnia e qualche dolore alle articolazioni lombari. Siamo proprio sicuri, dunque, che sia solo un male di stagione?


Il Commento di Giuseppe De Filippi, giornalista TG 5
(Intervista di Alberto Baldazzi)

La tua esperienza di conduttore di Tg ma anche di esperto di giornalismo economico, come valuti l’impatto che mediamente i nostri tg hanno sulle tematiche che poi riguardano, come si dice in gergo, le tasche degli italiani? Sono abbastanza adeguati ad informare su quello che succede, per esempio su questa manovra di cui non si sa molto?
L’impatto sulle faccende che riguardano le tasche degli italiani purtroppo, chiaramente, è limitato come quello di tutti i mezzi di informazione poiché noi abbiamo anche un imbuto che è quello del tempo, non è che possiamo dedicare più di tanto tempo al tema. Ovviamente non è dalla televisione, che ha una serie di problemini molto banali ma che non si possono superare, che uno può avere delle informazioni fondamentali. Se uno deve compilare da solo il 730 è meglio che si va a rivolgere a qualcuno.

Stasera quasi tutti i tg, tranne il tg 3 che entra o quantomeno prova a entrare un po’ nello specifico intervistando per esempio degli statali oltre che avendo in studio Epifani.
Noi  non possiamo farci prendere dall’ansia di sapere tutto alle 13 del giorno in cui c’è il Consiglio dei Ministri, perché non lo sa nemmeno Gianni Letta. La manovra viene fatta dagli uffici del Tesoro che, a un certo punto dell’anno, guardano il tendenziale. Cioè, per esmplificare, si chiedono: “se non cambiamo niente quanto spendiamo? Spendiamo cento e dobbiamo scendere a 95”. Allora predispongono una serie di proposte che sono puramente degli strumenti. Cioè loro ti dicono: “tu puoi fare questo, questo oppure quest’altro”, dopo di che il politico deve scegliere, o sceglie un’altra cosa ancora o comunque in quel bouquet di scelte ne accoglie tre e ne accantona altre due. La bozza che circola e della quale si discute sui giornali nelle settimane precedenti, è sempre quella dei tecnici, quindi ogni volta si fa un po’ di confusione. Allora aspettiamo un attimo, non c’è nessuna fretta. Ti parlo in termini di giorni, non di mesi. Non c’è nessuna fretta di bruciare per mezza giornata e andare già dagli statali a chiedere cosa ne pensano del blocco degli stipendi. Ci sarà veramente? La retribuzione è una cosa complessa, fatta di tante voci. Magari scopriamo che quel blocco è soltanto degli straordinari, oppure dei premi speciali di produzione, oppure dei nuovi contratti per la parte previdenziale. Ci sono tanti blocchi possibili. Noi partiamo con le parole così, “blocchi”!  E facciamo un po’ di confusione. Il giorno del varo da parte del Consiglio dei Ministri, in cui c’è un importante segnale politico, lì si deve cogliere il segnale politico. Quello più o meno lo riescono a fare tutti. Il segnale politico stavolta è Tremonti che dice “dobbiamo collaborare tutti, cercare di lavorare insieme per una cosa che riguarda tutti”.

Sono usciti fuori finalmente i sacrifici che prima non venivano mai nominati
“L’espressione sacrifici, la posizione di dire finalmente accorti che c’è la crisi. E’ una cosa un po’ di parole che ha un suo contenuto informativo. Come da sempre fa il 24 ore l’analisi della manovra si fa giorno per giorno, quando entra in parlamento, piano, piano, perché è li che si vede dove va veramente a parare”.

Tu che voto dai, un po’ anche a te stesso, al tuo lavoro e al lavoro della più grande finestra sull’informazione italiana che sono i Tg, soprattutto i Tg di prima serata, per quello che riguarda l’informazione sull’economia. Si può fare di più?
“L’economia è un termine molto complesso, quindi se mi parli di finanza pubblica è una cosa e ti posso dire che facciamo poco e mi do un cinque e mezzo. Però il problema è che il cittadino magari ha un primo input dal telegiornale se poi vuoi approfondire devi fare un piccolo sforzo. La gente deve anche capire che per essere un cittadino consapevole che può esprimere il proprio giudizio in modo completo bisogna un po’ far lavorare il cervello. Non c’è niente da fare. Perché una cosa complessa come la manovra economica, io a slogan e semplificando non potrò mai spiegarla”.

Invece sulla querelle di questi ultimi anni i Tg fanno vedere o non fanno vedere la crisi, cosa pensi?
“Il problema è che in qualunque paese più ricco del mondo se voglio andare a cercare dei poveri disperati li trovo. Allora è informazione di tipo impressionistico. Cioè con le impressioni posso fare quello che mi pare. Ma quella roba li non rappresenta niente. Allora o ci fidiamo delle statistiche, quelle ufficiali, quelle dell’Istat, e siamo a quei dati li, oppure facciamo solo impressionismo. Ripeto non ci vuole niente andare a trovare in qualunque città o paese del mondo situazioni di estremo disagio o situazioni di estrema agiatezza. Allora, se le statistiche dell’Istat mi dicono che il reddito medio in Italia è 18 o 19 mila euro, significherà qualcosa. Se il gettito fiscale italiano non è crollato con tutta la crisi che c’è stata, con tutto il calo del Pil, da qualche parte qualcuno un po’ di ricchezza la produce. Se circa il 70 per cento degli italiani sono proprietari di casa e questi sono i dati grossi, non è che in un anno cambia tutto ed io faccio i servizi in cui la gente fa la fila alla Caritas, perché non è vero, non è possibile che sia vero, non è informazione”.


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