di redazione
"Ennesimo attentato incendiario di stampo mafioso ai danni del giornalista Gianni Lannes. Ignoti alle ore 23,40 circa del 5 novembre hanno dato fuoco ad un’altra automobile (non assicurata contro gli incendi) del cronista impegnato nell’inchiesta sulle navi dei veleni e recentemente nell’indagine sull’inceneritore che la Caviro vuole realizzare illegalmente a Carapelle in Puglia!" La deenuncia così com'è riportata è pubblicata sul sito www.italiaterranostra.it, di cui Lannes è il direttore.
"Nella mattinata del 5 novembre il dottor Lannes si era recato e trattenuto in tribunale a Lucera (FG) per visionare la documentazione inerente il mercantile giapponese ET SUYO MARU affondato nel basso Adriatico il 16 dicembre 1988 in circostanze nebulose..." Non è la prima volta che Lannes subisce atti di grave intimidazione come questo.
"Il primo attentato - si legge sul sito- risale al 2 luglio scorso. L’8 luglio era stata presentata un’interrogazione parlamentare dal deputato Leoluca Orlando al presidente del consiglio Berlusconi e al ministro dell’interno Maroni. A tutt’oggi non è pervenuta alcuna risposta governativa. Il giornalista e la sua famiglia non godono di alcuna protezione da parte dello Stato."
La situazione di tensione e mancanza di sicurezza si continua a leggere anche alla voce redazione dove testulamente è scritto: " A causa delle innumerevoli intimidazioni mafiose il direttore per cautelare la redazione ha deciso di oscurare i nomi dei collaboratori."
Interrogazione parlamentare (testo)
LEOLUCA ORLANDO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella nottata tra il 1o ed il 2 luglio 2009, alle ore 0:45, ad Ortanova (Foggia), un attentato incendiario ha distrutto l'auto del giornalista pugliese Gianni Lannes, direttore del giornale online Terra nostra e freelance investigativo specializzato in traffico di esseri umani, armi e rifiuti pericolosi, attualmente impegnato in delicate inchieste giornalistiche a carattere nazionale e internazionale;
in un recente passato e in modo particolare nei giorni precedenti al fatto, a Gianni Lannes - e ad un suo collaboratore (Matteo la Torre) erano arrivate varie minacce di morte di stampo mafioso, denunciate anche dal settimanale Left, e da più parti si erano sollevate manifestazioni di vicinanza e solidarietà per il vile episodio di intimidazione subito;
l'episodio accaduto non è altro che uno dei momenti difficilissimi della vita di chi si batte in favore della libera informazione: le voci libere ed incondizionabili come quella di Lannes sono sempre più preziose ed irrinunciabili, per esprimere, pur nella diversità di opinioni e contenuti, il libero pensiero democratico e civile;
il momento storico che stiamo vivendo necessita di uomini che non cedano alla paura e che mettano in primo piano l'interesse comune rispetto a quello del singolo. La società civile, e con essa tutte le forze democratiche che hanno a cuore le sorti della nostra comunità, non possono non ribellarsi a questa logica dell'intimidazione, della prevaricazione, della paura e del silenzio omertoso, che stanno avvelenando un clima già irrespirabile -:
se il Governo non ritenga opportuno intervenire con strumenti e misure adeguate al fine di combattere seriamente questi fenomeni che stanno sempre più spargendo terrore nella provincia foggiana, e non solo, e per garantire immediatamente a tutti i cittadini ed alla stampa, in particolare, sicurezza e massima protezione personale (inclusa quella per le loro famiglie), nella fattispecie al dottor Lannes e ai suoi cari, significativamente esposti alle rappresaglie mafiose.
(4-03531)