di Bruna Iacopino
Quasi un noire ma dai connotati più che reali, in cui a pesare più di tutto è il silenzio. Continua così la vicenda di Gianni Lannes, giornalista investigativo da tempo sottoposto a una serie di intimidazioni: dalle lettere e mail minatorie ad atti più gravi e gravidi di conseguenze, freni sabotati, macchine fatta saltare sotto casa. La storia ha radici lontane (come si legge in quest'intervista) ma l'aggravarsi della situazione è molto più vicina nel tempo, bisogna risalire a giugno di quest'anno..., ovvero alla nascita del quotidiano on-line da lui diretto in Puglia: www.italiaterranostra.it. “Siamo liberi, indipendenti e incondizionabili, ma il direttore non mette a repentaglio la vita e l’incolumità dei suoi collaboratori (alcuni dei quali già minacciati). Da oggi le pubblicazioni saranno congelate – fino a quando non percepiremo dei segnali positivi – poiché lo Stato di diritto è andato a farsi friggere ed il governo Berlusconi se ne infischia dei cittadini onesti.” A scriverlo è lo stesso Lannes dalle pagine del suo giornale. “Dal 29 giugno – spiega ancora- questo giornale è sotto tiro. Ben tre attentati, una minaccia di morte e varie intimidazioni non ci hanno piegato. Il 5 novembre il Gip del tribunale di Foggia archivia in tutta fretta il primo attentato poiché “Gli autori del fatto sono rimasti ignoti”....
Anche l'interrogazione parlamentare presentata da Leoluca Orlando, attraverso la quale si chiedeva protezione per Lannes e la sua famiglia, e riproposta anche recentemente il 24 novembre continua a rimanere senza risposta. Al contrario non tace chi vorrebbe zittire il giornalista e la sua testata, l'ennesima mail di minaccia è giunta appena due giorni fa. Di fronte a questa mole di indifferenza si mobilita però la società civile e il mondo dell'associazionismo. Su Facebbok è già attivo un gruppo di sostegno che conta su più di 500 iscritti, mentre un appello forte al presidente della Repubblica è stato rivolto nei giorni scorsi da alcune associazioni: “ Con questa lettera ci rivolgiamo a Lei, signor Presidente della Repubblica, perché tempestivamente intervenga affinché il giornalista Gianni Lannes possa in sicurezza continuare a svolgere il suo importante lavoro di investigazione e di denuncia, e affinché la stessa sicurezza sia garantita alla sua famiglia...”
Sul caso è intervenuta anche l'europarlamentare Sonia Alfano.
Su tutto però l'interrogativo principe: chi e perchè vuole frenare l'attività giornalistica di Lannes e dei suoi collaboratori? Forse la risposta si trova nelle inchieste condotte durante tutti questi anni da Lanes stesso e attualmente dai suoi collaboratori su italiaterranostra?