di Hedwig Zeedijk
La costernazione sulla fallita “risoluzione-Berlusconi” nel Parlamento Europeo non finisce mai. Il dibattito è stato infangato da varie parti. Non c’era spazio per le sfumature. I populisti di destra e sinistra dominavano il dibattito per ucciderlo in modo professionale. Ma più che mai c’è necessità di un dibattito profondo, dice l’ex-giornalista, oggi parlamentare Europeo Belga, Ivo Belet (Ppe).
"Una stampa libera è uno dei fondamenti della democrazia. Non c’è posto nella UE per uno stato che non garantisca pluralismo nei media. La mancanza di libertà di stampa è uno degli argomenti più dibattuti contro l’ingresso della Turchia. Se questo diritto fondamentale viene minacciato, la politica ha il dovere di reagire. Ma meglio in un modo bilanciato. Quando nel parlamento Europeo è stata presentata una risoluzione sul “pluralismo dei media in Italia”, si sapeva già che la battaglia era persa. E non è la prima volta. Ogni volta che un rapporto o risoluzione riguarda un paese membro, il dibattito diventa dibattito nazionale. E’ stato così per il rapporto sui voli della CIA con sospetti terroristi. In una bozza di testo, il Belgio veniva messo in una luce negativa. Il governo Belga ha fatto di tutto per togliere la citazione (con successo). Lo stesso avviene adesso con l’Italia e il testo sulla libertà di stampa. Tutti i politici italiani dei partiti di governo fanno di tutto per evitare che il loro paese venga infangato. Sapendo questo già sai che il dibattito parte male. C’era solo un modo per farlo in modo decente, cambiando il soggetto in: “ Pluralismo dei media in Europa”. Ma questa proposta è stata bocciata - in modo arrogante – dalla sinistra (perché il leader dei socialisti Schultz ha ancora un conto aperto con Berlusconi). "
Libertà di Stampa in Belgio?
"Sappiamo tutti che in Italia esiste un problema enorme di libertà di stampa. Che la stragrande concentrazione nel settore mediatico e il conflitto d’interessi ci pone delle domande. Per questo motivo noi (i democristiani Olandesi, Belgi ed altri) non abbiamo sostenuto la risoluzione della PPE, perché quella simulava che non ci fosse alcun problema in Italia."
"L’ultimo rapporto (“Press Freedom Index”) di Reporters sans Frontières spiega chiaramente il problema del pluralismo nei media in Italia. Ma il problema esiste anche in Spagna e ancora di più in paesi come Cipro, Bulgaria, Romania ed altri paesi Europei. Durante la votazione al parlamento sulla risoluzione “Berlusconi”, c’è stato anche un emendamento sull’attacco alla libertà di stampa in Ungheria: il governo socialista ha fatto causa al giornalista Tamas Pindroch, per delle ricerche sugli scandali che coinvolgono il governo. Quell’emendamento è stato bocciato in modo arrogante da socialisti e liberali."
"Questo dibattito è troppo importante per lasciarlo ai giochi politici dei governi nazionali, di ogni colore. Non puo’ dipendere da chi governa temporaneamente nei paesi o in Europa. E’ indispensabile che i problemi della libertà di stampa vengano guardati e risolti in modo ampio e serio, usando strumenti per migliorare la situazione in tutto il continente, così che i giornalisti possano lavorare senza la pressione di interessi politici o privati. La Commissione Europea già ha preso varie iniziative, per esempio il “Media Pluralism Monitor” (per misurare il pluralismo mediatico) e presto la Commissione farà delle dichiarazioni in merito. Diamo una possibilità a questa strategia.
Noi siamo pronti per affrontare e cercare soluzioni per questi problemi. Nei vari paesi membri la libertà di stampa viene minacciata da parte della politica o delle aziende. Ma dobbiamo anche guardare e valutare il livello di pluralismo dei media in Belgio. Cosa possiamo dire della pressione politica sulle redazioni della RTBF (rtv nazionale, lingua francese) per esempio? E’ noto che anche oggi è un problema aperto. E quanta libertà di stampa c’è nelle Fiandre? Noi non abbiamo (ancora) un presidente del consiglio che allo stesso momento è capo di un impero mediatico ma questo non vuol dire che non possa succedere. A un tycoon come Cristian Van Thillo (proprietario della TV commerciale in Belgio, nonché di vari quotidiani, periodici e case editrici, n.d.r) non serve entrare in politica per poter dominare la politica e controllare certi ambienti. Aziende editoriali come il suo “De Persgroep” (con 9 quotidiani in Belgio e Olanda, n.d.r) lodano e criticano i politici. C’è tanta differenza con Mediaset di Berlusconi?"
Legge Europea per la libertà di stampa
"I liberali nel parlamento Europeo vogliono risolvere tutto con una direttiva Europea sul pluralismo mediatico. Una direttiva che dica quanto potere puo’ avere una azienda di media. Una delle prime vittime – oltre a Berlusconi – sarebbe proprio Van Thillo. Una legge del genere sembra attraente. Ma gli editori di giornali e periodici Europei hanno fatto sapere il giorno del voto, di essere contrari. Perché sai da dove parti, ma non dove finisci. E’ un compito troppo periocoloso, che potrebbe sfociare in una limitazione della libertà di stampa. Conclusione: questo dibattito non si puo’ fare in fretta, e neanche – che è stato provato adesso – esplcitamente su uno stato membro. Noi siamo pronti. Non ha senso guardare oggi l' Italia, domani la Slovacchia, poi la Spagna, la Bulgaria etc etc. Non è efficace. Darebbe una immagine dell’Europa come di una istituzione polemica che si interessa e si occupa dei singoli paesi membri. Dobbiamo lasciare queste beghe nazionali e usare la nostra energia in soluzioni strutturali per un problema che col tempo diventerà una minaccia reale per il nostro stato di diritto e per la democrazia in Europa."