di Daniela de Robert*
Ancora una volta insieme, cittadini e giornalisti nelle piazze italiane. Ancora una volta con la Federazione della Stampa per ripetere il nostro no alla legge bavaglio. Con Libertà&Giustizia, il Popolo viola, Libertà è partecipazione, la Cgil, l’Arci, Articolo 21, Agende Rosse. Il primo luglio i giornalisti dell’Usigrai torneranno a chiedere al Parlamento di fermare il disegno di legge sulle intercettazioni e sulla cronaca giudiziaria. Lo facciamo per difendere il nostro diritto-dovere di informare, ma anche per tutelare il diritto ad essere informati di tutti i cittadini, il diritto di sapere cosa succede nel nostro paese, cosa si nasconde dietro alle stragi, alle indagini sulla mafia e sulla criminalità organizzata, agli appalti pubblici, quali affari si compiono alle spalle dei cittadini nella sanità, nel mondo dello sport, nell’edilizia popolare, nel settore del riciclaggio dei rifiuti. Per raccontarlo subito, non in differita – come stabilisce il disegno di legge in votazione alla Camera - quando magari la sabbia ha già coperto gli episodi di malaffare.
Anche noi giornalisti crediamo nella tutela della privacy, sempre, per tutti, non solo per i potenti. Ma siamo convinti che questa non possa diventare un alibi per occultare scandali, abusi e violazioni.
La libertà di informazione, sancita dalla Costituzione, va salvaguardata. A chiederlo non sono lobby di potere, ma i cittadini italiani: lettori, giornalisti, magistrati, insegnanti, studenti, impiegati, operai, precari, disoccupati, pensionati, artigiani, ricercatori, dipendenti pubblici, i nuovi italiani figli dell’immigrazione. Tutti in piazza il primo luglio a Roma, Milano, Torino, Padova, Cosenza, Catanzaro, Imperia, Salerno, Bari, Parma, Conselice. E ovunque si voglia difendere la libertà.
*Vicesegretario Usigrai