di Domenico Affinito*
Il disegno di legge sulle intercettazioni ora ha anche l'opposizione delle Nazioni Unite. Il relatore speciale dell'Onu sulla liberta' di espressione Frank La Rue ha scritto in un comunicato, diffuso martedì 13 luglio, che il provvedimento deve essere "abolito o modificato". "Se adottato nella sua forma attuale puo' minare il godimento del diritto alla liberta' di espressione in Italia" scrive La Rue. La voce dell'Onu è solo l'ultima, anche se la più prestigiosa, che si alza contro il ddl. Giusto un mese fa aveva espresso i propri dubbi l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Dunja Mijatovic, responsabile Osce per la libertà dei media, aveva chiesto il 15 giugno all'Italia di rinunciare al disegno di legge o di modificarlo. "Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia - scriveva Dunja Mijatovic -. I giornalisti devono essere liberi di riferire su tutti i casi di pubblico interesse e devono poter scegliere come condurre una indagine responsabile". La contestazione di tutti i giornalisti italiani al disegno di legge, quindi, non è una mera difesa di "casta", come qualcuno ha detto, ma la giusta sollevazione contro un disegno di legge contrario ai più basilari concetti di democrazia e che, come certificano gli organismi internazionali, non è in sintonia con gli standard internazionali sulla libertà di espressione.
*Vicepresidente Rsf Italia
Giulietti: "speriamo che adesso non ci sia una dichiarazione di guerra contro l'Onu. Se avessero un pizzico di moderazione provvederebbero al ritiro del testo. In ogni caso noi invieremo il nostro dossier a tutte le istituzioni che si occupano di libertà dei media, Onu compresa