di Micol Sarfatti
“Mira a stravolgere i riti e le regole delle istituzioni con mezzi diversi da quelli della dialettica democratica, vuole occupare tutti i gangli del potere. La P3 ricorda la P2: vuole calpestare la Costituzione”. Così il giornalista Gianni Barbacetto, oggi collaboratore di Repubblica e Micromega interviene sul sito di Articolo21 in merito al rapporto tra logge e politica. Barbacetto è autore di diversi libri tra cui “Il grande vecchio”, in cui indaga sui misteri d’Italia da Piazza Fontana alla P2 e a Gladio.
Barbacetto quali sono le differenze tra la vecchia loggia P2 e la nuova loggia P3?
Le differenze tra le due associazioni segrete sono sostanziali. La P2 ha una lunga storia, viene dagli anni’70, da quello che fu ribattezzato il “Partito del Golpe”; la loggia era riuscita a riunire un establishment politico e militare che aveva fatto dell’anticomunismo a tutti i costi la sua bandiera. La P2 cambiò con la svolta del ’74 e abbandonò la strategia del terrore per continuare ad occupare i posti di potere senza golpe. Rimase comunque un’organizzazione drammaticamente seria, che agiva in un clima sociale di tensione e di scontro mortale.
Nella cosiddetta P3 si fa fatica a intravedere un obbiettivo politico, il vessillo dell’anticomunismo e della libertà dell’occidente è stato ammainato. Oggi rimangono solo l’affarismo e gli interessi di una cricca che difende il proprio potere con le unghie e con i denti.
I membri della P3 sono davvero “quattro pensionati sfigati” come li ha definiti Silvio Berlusconi?
Non credo proprio. Minimizzare è l’unica cosa che rimane da fare quando non si può più negare l’evidenza, non a caso ai tempi della P2 si diceva che la loggia era una bocciofila.
Ormai esiste solo il potere per il potere, c’è un’evidente connessione tra la P3, la cricca di Anemone e la “banda larga” di Finmeccanica. Tutti questi gruppi hanno come utilizzatore finale Silvio Berlusconi, lui è il vero punto di equilibrio dei loro reati e non il leader buono circondato da personaggi stravaganti e poco raccomandabili, come vorrebbe far credere.
Ma c’è davvero bisogno di una P3 se al potere c’è già Silvio Berlusconi?
Ci sono istituzioni, come ad esempio la magistratura, che sono autonome, ma possono essere condizionate tramite i rapporti di loggia e di amicizia. In questo la P3 ricorda la P2: vuole calpestare la costituzione. Mira a stravolgere i riti e le regole delle istituzioni con mezzi diversi da quelli della dialettica democratica, vuole occupare tutti i gangli del potere. Fortunatamente non sempre ci riesce.
L’opinione pubblica, come ha sottolineato anche Antonio Di Pietro, non sembra essersi indignata più di tanto di fronte a questa vicenda. Perché?
Penso che la gente sia stufa di tutta questa corruzione, c’è un ampio senso di rifiuto e lo dimostra il calo nei sondaggi di Silvio Berlusconi: anche i suoi cominciano a non credergli più.
Nonostante tutto i cittadini non riescono a esprimersi in maniera organizzata e visibile, non scendono in piazza, non producono più una grande indignazione di massa come nel’92-’93; forse perché ha capito che, purtroppo, le cose difficilmente cambiano. Ormai rimane solo la disillusione e non si riescono a vedere alternative valide. Purtroppo la sensazione predominante ora in Italia è quella del crollo.
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