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Morti sul lavoro, 7 in un giorno. Ma l'Inail li da' in calo
di redazione
Proprio nel giorno in cui l’Inail diffondeva i dati relativi agli infortuni mortali, in calo nel 2009, ben 7 lavoratori perdevano la vita: 5 al nord e due al sud Italia. Un vero bollettino di guerra, passato però in secondo piano ( sui media) rispetto ai dati ufficiali, stando ai quali l’Italia 8 per il 2009) si collocherebbe al di sotto della media europea registrando una flessione del -6,3%. 1.050 i decessi registrati lo scorso anno, la diminuzione più significativa rispetto al ’93. Numeri comunque da capogiro e che, pur tenendo conto della crisi occupazionale che ha ridotto l’esposizione al rischio del 3%, non tengono invece conto degli incidenti avvenuti in condizioni irregolari, ovvero nel campo del lavoro nero. A ristabilire una sorta di equilibrio basta tornare ai dati Istat sul sommerso, pubblicati appena una settimana fa: nel 2009 i lavoratori irregolari avrebbero toccato quota quasi 3 milioni con una crescita rispetto all’anno precedente. In questi casi, difficilmente il lavoratore, ha la possibilità di denunciare quanto accaduto. Inoltre, e il dato andrebbe meglio evidenziato, stando al rapporto Inail, il 2009 è stato anche contraddistinto da un’impennata nel campo delle malattie professionali con un aumento del 16%, un vero record negativo: 34.646, il valore più alto degli ultimi 15 anni, con un aumento del 15,7% rispetto ai 30mila casi del 2008 e di circa il 30% in 5 anni (8mila denunce in più rispetto alle quasi 27mila del 2005). Dati che se da una parte fanno rallegrare il Ministro Sacconi, dall’altra lasciano perplessi molti addetti al settore. ''In linea generale si tratta di dati incoraggianti – commenta il presidente nazionale dell'Anmil (associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) Franco Bettoni- che premiano il lavoro svolto da istituzioni e parti sociali, ma meno incoraggianti sono i dati di settore. Infatti, al netto del calo occupazionale, in agricoltura e nei servizi i numeri non segnalano alcuna riduzione degli infortuni. E poi ci sono ancora troppi morti in edilizia: addirittura in aumento se si tiene conto del calo degli occupati''.
''Inoltre - ha sottolineato Bettoni - anche il dato sulle malattie professionali deve essere letto con grande preoccupazione. In una societa' matura come la nostra, tesa a garantire il massimo del benessere, non si possono trascurare i fattori di nocivita' all'interno dei luoghi di lavoro, come invece sembra emergere dai dati che l'INAIL oggi divulga.Ricordiamoci sempre degli oltre 250 morti che le malattie professionali legate alle lavorazioni del passato, come quella dell'amianto, continuano a consegnarci ogni anno''.
Insomma, nessuno dorma sonni tranquilli…
''Inoltre - ha sottolineato Bettoni - anche il dato sulle malattie professionali deve essere letto con grande preoccupazione. In una societa' matura come la nostra, tesa a garantire il massimo del benessere, non si possono trascurare i fattori di nocivita' all'interno dei luoghi di lavoro, come invece sembra emergere dai dati che l'INAIL oggi divulga.Ricordiamoci sempre degli oltre 250 morti che le malattie professionali legate alle lavorazioni del passato, come quella dell'amianto, continuano a consegnarci ogni anno''.
Insomma, nessuno dorma sonni tranquilli…
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