di Bruna Iacopino
Quanto fatto nei confronti di Faith, espulsa dall’Italia si configura a tutti gli effetti come un’infrazione della normativa vigente in materia. Stando infatti alla suddetta, la richiesta d’asilo, presentata dall’avvocato, avrebbe dovuto bloccare nell’immediato e per i 5 giorni successivi, la pratica di espulsione ai danni della ragazza. Dalla questura però nei giorni scorsi era arrivata una secca smentita. La richiesta di protezione c'era, ma mancante delle firme necessarie, quindi non valida. Affermazioni, ovviamente contestate dall’avvocato Vitale che ribadisce la completezza di quanto presentato.
Le notizie che riguardano Faith sono ancora incerte… “ fino a quando non ho conferme ufficiali sullo stato di fermo della ragazza – riferisce l’avvocato di Faith- non posso fare assolutamente nulla, attendo l’ufficializzazione dell’arresto e dell’eventuale condanna, così da poter fare pressioni sul Governo italiano e sulle autorità internazionali”.
Faith potrebbe far dunque ritorno in Italia avendo una richiesta d’asilo rimasta in sospeso, seppur depositata il giorno stesso l’avvenuta espulsione. “ La richiesta d’asilo, anche se depositata un minuto prima, sospende automaticamente e per i cinque giorni successivi il decreto di espulsione…”
A puntualizzare è l’avvocato dell’Asgi, Salvatore Fachile. La sospensione è infatti necessaria per consentire ad una commissione di valutare la richiesta in questione e solo in un secondo momento eventualmente rigettarla. Tuttavia, ribatte invece Vitale, “…nel caso di Faith, la Questura ha deciso di valutare autonomamente la richiesta e di giudicarla non valida.”
La vicenda di Faith solleva dunque una problematica molto più ampia ed è generalizzabile, in rapporto a come le questure italiane gestiscono le espulsioni ignorando categoricamente, la denuncia è dell’Asgi, quanto invece stabilito all’art 19 del testo unico (Articolo 19 Divieti di espulsione e di respingimento. (Legge 6 marzo 1998, n. 40, art. 17) 1. In nessun caso può disporsi l’espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali, ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione…)
E nello specifico, conferma Fachile, questo è ancora più vero per i cittadini nigeriani, non essendo la Nigeria, considerata paese “pericoloso”.
Fachile sottolinea come i cittadini nigeriani e in particolar modo le donne siano tra le categorie più vulnerabili, stando all’attuale pacchetto sicurezza. “Arrivano in Italia molto giovani, nella maggior parte dei casi senza una rete di protezione di carattere parentale o comunitario, e risultano quindi facilmente preda di crimini, spesso a sfondo sessuale dai quali non possono nemmeno difendersi ricorrendo alla giustizia italiana non avendo permesso di soggiorno…”
Vittime, perché donne e dal colore della pelle molto scuro. “Buona parte della popolazione femminile presente nei Cie è di cittadinanza nigeriana, priva di strumenti, con un livello di scolarizzazione molto basso quindi, tecnicamente, è anche molto semplice organizzare, da parte delle questure, dei voli pieni o quasi e rispedire nel paese di origine.”
Appello per Faith Ayworo- di Shukri Said*/ L'appello dei sindacati: salviamo la vita di Faith / Everyone: allertati anche il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, e l'Alto Commissario ONU per i Rifugiati, Antonio Guterres / Rimpatriata in Nigeria rischia la pena di morte- di Bruna Iacopino