di REPORTER SENZA RETE
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Anche questa sera, ed è la seconda volta in pochi giorni, le aperture in titoli e servizi risultano uguale per quasi tutti i telegiornali serali. Lo scontro Fini Berlusconi, giunto ormai all’epilogo, è il piatto forte nelle scalette. Non solo, la questione, in più di una testata, merita ulteriori titoli, per approfondimenti e retroscena politici, e un nuovo editoriale del direttore del Tg1 Minzolini, il quale stigmatizza il fatto che questa nuova fase potrà dare una maggiore chiarezza all’intero quadro. Fa eccezione Studio Aperto che apre con l’attentato di ieri in Afghanistan, ma subito dopo anche il Tg di Italia Uno si immerge nel mare agitato della politica.
Anche questa sera sottolineiamo che la pagina politica è stata raccontata in maniera completa, piccola sbavatura, ma ormai ci siamo abituati, per il Tg4, con Emilio Fede che invita a parlare sull’argomento solo il Senatore del Pdl Quagliariello direttamente collegato telefonicamente da palazzo Grazioli.
Per le altre notizie che troviamo in scaletta spiccano in tutti i telegiornali le ricostruzioni sull’attentato di ieri ad Herat ed i servizi sulla profonda commozione che il fatto ha suscitato tra parenti ed amici dei due militari morti. Ed ancora mentre tutti, ad eccezione di Studio Aperto, Tg4 e Tg La7riportano la questione Fiat Pomigliano e la costituzione della new company. Solo il Tg3 riporta in un servizio la notizia del sit in di protesta questo pomeriggio davanti a Montecitorio da parte dei giornalisti e del popolo della rete, organizzato dalla Federazione Nazionale della Stampa per chiedere il ritiro del decreto sulle intercettazioni. Di questo argomento parleremo nello spazio commento proprio con il segretario del sindacato dei giornalisti Franco Siddi.
E in conclusione vi diciamo che non poteva mancare il solito servizio su Italia Uno sulle maggiorate rifatte, le quali si dicono pentite per l’eccesivo uso del bisturi fatto sul loro corpo, cosi come non poteva mancare il solito servizio sul clima da parte del solito Fede. Ma del titolo del Tg3 sui siti internet che offrono amici in affitto, francamente ne avremmo fatto volentieri a meno, soprattutto su una testata che offre quasi sempre chiusure di ben altro spessore.
Il commento di Franco Siddi, presidente FNSI
( intervista di Alberto Baldazzi)
Franco Siddi: si parla in queste ore di un rinvio alla Camera per il ddl Alfano a settembre. Come valutare in questa giornata caotica per la politica questo fatto?
“ È un risultato comunque positivo; appartiene al caos della politica di questi giorni, come hai detto, appartiene sicuramente molto alla mobilitazione che c’è stata, a quella che abbiamo messo in campo da mesi, senza cedere d’un millimetro, segnalando all’opinione pubblica i valori, i problemi di convivenza che erano infranti mentre vedevamo la situazione incancrenirsi. La popolazione ha reagito, ha risposto ( anche molta parte di quell’elettorato che sostiene la maggioranza che voleva questo disegno di legge). Questo disegno di legge in parte è anche cambiato nel corso del dibattito per la Camera; evidentemente c’è ancora altro da fare; evidentemente il Parlamento ha ripreso un po’ a fare politica … come non capitava da qualche tempo.”
Siddi, paura passata? Tutto a posto?
“ Non possiamo illuderci che siano a posto le cose. Siamo qua per questo: per non abbassare la guardia su questa legge come per altre leggi. Pensiamo ai tagli dell’editoria, il nuovo bavaglio dell’informazione che attraverso la strangolamento di molte testate private di risorse pubbliche, per le quali il Governo, lo Stato, ha preso un impegno pubblico fissato dalle leggi. Quindi, siamo qua per dire che la libertà di stampa non è un bene che vale per un mese, ed il mese dopo no: vale sempre, e quindi va difesa e tutelata sempre. Quanto sta accadendo è un segnale positivo, nel senso che rimanda, sposta in avanti l’asticella del contrasto; nel frattempo la legge dal Senato alla Camera ha avuto dei cambiamenti, e dobbiamo(quindi stare in campo per fare arretrare questo disegno di legge ingiusto e sbagliato.”