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Sicurezza sul lavoro: Tremonti "spara" sulla 626, mentre sul lavoro si muore
di redazione
'Robe come la 626 sono un lusso che non possiamo permetterci. L'Ue e l'Italia si devono adeguare al mondo'. L’affermazione del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, fatta salva la quasi smentita affidata, subito dopo, alla sua portavoce, arriva con un tempismo e un’opportunità a dir poco sorprendenti. Tanto per restare alla cronaca più stringente, solo negli ultimi 3 giorni si sono registrati ben 7 incidenti gravi sul lavoro, di cui due mortali. È ancora una volta il triste bilancio di quella che sembra essere cronaca di ordinaria barbarie. Versano in gravi condizioni, un ragazzo di 22 anni precipitato dal tetto di un capannone in provincia di Ancona, un boscaiolo di 39 anni colpito da un albero durante un’operazione di disboscamento in provincia di Reggio Calabria, un operaio di 39 anni caduto da un’altezza di 4 metri a Bolzano, una donna di 44 anni, addetta alle pulizie in un caseificio di Olevano, sul Tusciano, caduta in una tinozza d’acqua bollente. Sorte peggiore è invece toccata a un uomo di 51 anni rimasto intrappolato in una cisterna a san Ferdinando di Puglia, mentre insieme ad altri due compagni durante un'operazione per impermeabilizzare una vecchia cisterna che contiene acqua piovana con catrame e diluente, e ad un operaio di 43 anni di Angri, colpito da una scossa elettrica in un cantiere edile. entrambi deceduti sul colpo.
Un bollettino nero, come tanti altri, ma rispetto al quale l’esternazione del ministro Tremonti ha suonato come un’uscita fuori luogo, tanto da esser lasciata cadere senza troppi commenti, soprattutto da parte sindacale. A rispondere invece l’ex-ministro del lavoro Cesare Damiano che così ha replicato: "Con l'affermazione del ministro Tremonti, secondo il quale robe come la 626 sono un lusso che non possiamo permetterci, il governo della controriforma del lavoro getta la maschera. Quello che invece l'Italia puo' permettersi e' un ministro come Tremonti che, a giorni alterni, passa dal socialismo al neo- liberismo..."
Un tempismo, dicevamo, quello di Tremonti ancora più sorprendente se si considera che proprio da lunedì è partita la nuova campagna ministeriale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro dal titolo: "Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene", mentre il Ministero del Lavoro proprio nella giornata di ieri rendeva nuovamente disponibile il nuovo testo unico integrato con le modifiche introdotte dal Decreto Legge n. 78 del 31 maggio 2010, convertito con modificazioni con la Legge n. 122 del 30 luglio 2010, fra cui bisogna ricordare la soppressione di di IPSEMA e ISPESL, le cui funzioni passano all'INAIL.
Un bollettino nero, come tanti altri, ma rispetto al quale l’esternazione del ministro Tremonti ha suonato come un’uscita fuori luogo, tanto da esser lasciata cadere senza troppi commenti, soprattutto da parte sindacale. A rispondere invece l’ex-ministro del lavoro Cesare Damiano che così ha replicato: "Con l'affermazione del ministro Tremonti, secondo il quale robe come la 626 sono un lusso che non possiamo permetterci, il governo della controriforma del lavoro getta la maschera. Quello che invece l'Italia puo' permettersi e' un ministro come Tremonti che, a giorni alterni, passa dal socialismo al neo- liberismo..."
Un tempismo, dicevamo, quello di Tremonti ancora più sorprendente se si considera che proprio da lunedì è partita la nuova campagna ministeriale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro dal titolo: "Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene", mentre il Ministero del Lavoro proprio nella giornata di ieri rendeva nuovamente disponibile il nuovo testo unico integrato con le modifiche introdotte dal Decreto Legge n. 78 del 31 maggio 2010, convertito con modificazioni con la Legge n. 122 del 30 luglio 2010, fra cui bisogna ricordare la soppressione di di IPSEMA e ISPESL, le cui funzioni passano all'INAIL.
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