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Articolo21 a Venezia contro ogni bavaglio, da Federico Aldrovandi a Sakineh
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di Giuseppe Giulietti

Articolo21 a Venezia contro ogni bavaglio, da Federico Aldrovandi a Sakineh

Saremo a Venezia, alla mostra del cinema, contro l'oscurità e contro ogni forma di oscurantismo, contro il bavaglio sempre, comunque, e dovunque. Per queste ragioni abbiamo deciso di sostenere il film sulla storia di Federico Aldrovandi fortemente voluto da un produttore coraggioso, Marcello Corvino, e ideata, raccontata, scritta da Filippo Vendemmiati, un giornalista sensibile che ha voluto, grazie anche alle immagini curate da Marino Cancellari, ricostruire momento per momento la storia di un giovane che"è stato ammazzato", la cui storia a lungo, troppo a lungo, è stata circondata da bugie, da omissioni, da silenzi di regime e anche dalla diffidenza di tanta parte dei media.
La storia di Federico  e del film che sarà presentato al lido di Venezia la sera dell'otto settembre nell'ambito della rassegna "Giornate degli autori", la potete leggere nella scheda qui sotto pubblicata, ed è una storia che dovrebbe farci riflettere ancora una volta sulle potenzialità positive e negative del sistema dei media. Quella vicenda fu oscurata per ignavia e per pigrizia,forse anche per non scontrasi con la versione ufficiale che voleva far credere ad un Federico furioso che stava per far fuori 4 poliziotti grandi e grossi, lui così gracile e fragile. Quel muro di omertà non ha retto perché una donna coraggiosa, la madre Patrizia, che sarà a Venezia, e gli altri familiari, si sono ribellati, hanno violato i segreti di stato, hanno raccontato la loro storia in pubblico e hanno trovato cronisti e avvocati che non hanno mollato, che hanno distrutto le verità ufficiali. Con la legge bavaglio, come ci hanno ricordato Patrizia Aldrovandi e Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano morto in carcere sfigurato dalle botte, queste verità avrebbero faticato ad emergere, il silenzio e il buio avrebbero circondato i loro casi, all'oltraggio della morte si sarebbe aggiunto anche l'atroce sberleffo di una censura di stato forte con i deboli e debole con i forti.
Per tutte queste ragioni, e per tante altre, saremo a Venezia, sosterremo questo film e chiederemo a tutte le istituzioni pubbliche da Cinecittà alla Rai di sostenere quest’opera di farla vedere nelle sale e in tv, di consentire a milioni di italiani di conoscere  la storia di Federico, ma anche la straordinaria battaglia per la legalità e per la libertà che Patrizia e un pugno di amici e di amiche hanno condotto per ottenere la verità.
Ci fa piacere sottolineare come Luciano Sovena, amministratore delegato di Cinecittà Luce, sin dal primo momento abbia manifestato una grande sensibilità per una produzione che ha definito"commovente e sconvolgente." Per questo sin d'ora ringraziamo tutti quelli che con incredibile dedizione personale e professionale hanno reso possibile questo film.
Allo stesso modo, con la stessa passione, saremo a Venezia, il giorno 9 settembre, per sostenere le iniziative lanciate dall'amico Amhad Rafat contro la privazione della libertà in Iran. Insieme a Cinecittà Luce, a esponenti di ogni forza politica e associativa,e ovviamente ai rappresentanti del cinema internazionale e nazionale, alla Biennale, raccoglieremo le firme contro l'annunciata lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, condannata a morte mediante lapidazione solo perché ha osato amare fuori dal matrimonio. Riproporremo l'appello lanciato in Francia, ripreso da Repubblica e già sottoscritto da oltre cento mila  cittadini, chiederemo alle istituzioni nazionali e locali di promuovere iniziative ovunque, di esporre la sua foto sulle facciate dei palazzi comunali, chiederemo al governo di attivarsi perché questo nuovo crimine non sia commesso.
Allo stesso modo faremo sentire la nostra voce contro la decisione di impedire al regista Jafar Panhai, già vincitore del Leone d'Oro a Venezia, di venire alla mostra del cinema. Si tratta di un nuovo atto repressivo contro un uomo al quale è stata tolta la possibilità di scrivere, di pensare, di produrre le sue opere.
Molti maestri del cinema internazionale e nazionale hanno chiesto pubblicamente alla Rai di trasmettere il film "il Cerchio" con il quale Panhai vinse a Venezia. Estendiamo questo invito anche a tutte le altre emittenti nazionali, sarebbe bello se, almeno per una volta, le principali tv nazionali decidessero di dedicare la loro attenzione ad una situazione di sistematica e violenta repressione dei diritti umani e civili.
Il regime vuole imporre silenzio ed oscurità, sarebbe doveroso rispondere con la luce della informazione e con le luci della ribalta del cinema.


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