di Bruna Iacopino
Non una gran folla ma tanto è bastato per animare un sabato pomeriggio nel caldo settembre romano. Si è svolta così, pacificamente, ma con parole forti la manifestazione di rom e sinti a Campo de' Fiori proprio accanto all'ambasciata francese, ben nascosta dallo schieramento di polizia posto a presidiarla. Del resto, come ha tenuto a precisare Santino Spinelli “bisogna considerare bene le proporzioni, un rom sta a 6.000 italiani...” Gli italiani, quindi, erano indubbiamente la maggioranza, ma quello che spiccava di più era la grande presenza mediatica.
Una folla animata di cronisti, fotografi, cameramen, lì sin dalla prima ora, assetati di notizie, di reazioni. A microfono aperto si sono susseguite le voci dei partecipanti, delle realtà presenti, delle tante bandiere sventolanti nella piazza ( associazioni, partiti, unico sindacato la Cgil). Un coro che ha voluto gridare all'unisono: basta con le discriminazioni, basta ergere i rom a capro espiatorio, in Francia come in Italia, i diritti umani valgono per tutti e come tali vanno rispettati e concessi a tutti. Gli striscioni sono affidati a donne e bambini, alcuni di loro vengono dalla Romania, come Mariana. Mariana ha tre figli e vive a Roma ormai da tre anni, in una casa occupata. Mentre lei accudisce i figli, li porta a scuola e gli fa fare i compiti, il marito raccoglie ferraglia e la rivende, vivono così poveramente. “ Noi siamo poveri, ma non siamo ladri...” dice semplicemente “ ...in Italia stiamo bene, in Romania non avevamo nulla per questo siamo partiti”. Spalanca un sorriso quando le chiedo se i suoi figli sono bravi a scuola. “ Si!” mi risponde, come una qualsiasi madre orgogliosa. Anche Staki è una rom rumena, ha tre bambini molto piccoli, in Italia vive da 5 anni, in Romania non aveva nulla, neanche una casa. “Siamo qui per mettere da parte un po' di soldi e poter compare una casa...”. Per vivere, lei e il marito vendono abiti usati, recuperati dall'immondizia. Anche i suoi bambini vanno all'asilo.
Ma non tutti possono raccontare la stessa storia, ci sono storie di disperazione e di degrado, che sicuramente oggi, in quella piazza non hanno avuto voce. Storie che è difficile raccontare, perchè appartengono a realtà a volte troppo distanti, volutamente distanti dalla nostra.
Basta parlare con un operatore sociale, con chi magari trascorre intere giornate accanto a loro, il più delle volte in un campo ( sebbene la maggioranza di loro, come tengono a precisare gli organizzatori, non viva nei campi), per rendersi conto che la realtà e estremamente più complessa di quanto non possa sembrare, in quelli che sono a tutti gli effetti dei non luoghi, miseri ghetti che andrebbero smantellati ma solo a fronte di un piano serio che offra alternative di carattere abitativo degne di un essere umano, sottolineano al microfono. I soldi per reali progetti di integrazione ci sono e sono quelli stanziati dalla comunità europea, ripete senza soste Santino Spinelli, solo che invece di essere impiegati per progetti seri vengono sperperati senza che ai rom arrivi nulla.
Nei prossimi giorni, annunciano, partirà una lettera indirizzata al prefetto di Roma, al sindaco, al Ministero dell'interno, affinché si ponga fine ad un'assurda persecuzione su base etnica. Accanto, un banchetto raccoglie le adesioni dei presenti. Parole dure vengono indirizzate a Sarkozy e alla classe politica italiana, ad Alemanno come a Berlusconi, ma a finire nel mirino, dopo le dichiarazioni rilasciate alla stampa è lo stesso presidente di Opera Nomadi, Massimo Converso. Le critiche aspre sono di Marcello Zuinisi, presidente di Opera Nomadi toscana, che sconfessa pubblicamente Converso ribadendo, invece, l'adesione alla manifestazione da parte di molte sezioni locali. Denuncia irregolarità di gestione Zuinisi e rincara: “...lunedì mi recherò in procura per chiedere l'apertura dei libri contabili dell'ente morale opera nomadi nazionale, vogliamo conoscere i bilanci consuntivi e preventivi che non sono stati presentati - dichiara- andremo alla finanza e in Procura per denunciare le situazioni di illegittimità. Abbiamo convocato già oggi in prima istanza una riunione nazionale nella sede di Porta Labicana e una seconda il 16 e 17 settembre... in quella data cercheremo di eleggere una nuova direzione.”
Si sofferma poi sulla situazione toscana: il caso di Pisa, dove molti rimarranno esclusi dall'assegnazione delle case, o ancora più grave quella di Sesto fiorentino, dove i rom vivono in una favela piena di amianto, in pessime condizioni igieniche, mentre c'è un progetto fermo da 5 mesi solo per la mancanza della firma del sindaco, nonostante lo stesso abbia ricevuto approvazione da parte della regione. “I sindaci- sottolinea duro Zuinisi- hanno la responsabilità della vita delle persone, in ogni città, questo dice la legge e noi chiediamo che la legge venga applicata.”
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