di Reporter senza rete
Lo abbiamo già scritto: il mondo è bello perché è vario; questa è l’unica possibile spiegazione per l’assenza dai TG Mediaset delle polemiche roventi su riforma dell'università, ricerca e scuola, nelle ore in cui la stessa maggioranza denuncia che non ci sono i soldi per realizzarla. Le proteste davanti a Montecitorio sono in pratica l’apertura ed il principale contenuto per TG La 7, TG 3 e TG 2; ma anche il TG 1, seppure con una impaginazione più bassa, realizza un servizio, raddoppiato da quello sull’occupazione della Statale a Milano. Per Mediaset, in pompa magna, la politica questa sera è solo l’annuncio dell’ok nel Consiglio dei Ministri per il testo della imminente finanziaria. Ovviamente le dichiarazioni del Ministro Galan, che ha detto che non c’è un euro per piangere, sono presenti “qui no, lì sì”. Molto ampia la pagina su ricerca e università per il TG la 7, che riferisce anche sulle proteste che hanno oggi sfiorato il tempio della cultura occidentale,: il Partenone ad Atene. Nel commento vogliamo tornale al presidio davanti a Montecitorio, con le impressioni del Professor Filippo Sabetta, Preside della facoltà di Ingegneria Aerospaziale della Sapienza.
TG 3 e TG La 7 esplicitano il braccio di ferro tra Schifani e Fini sull’avvio della discussione per la riforma elettorale; il Tg1 ne parla con Calderoli ospite in studio.
Stasera, attesa per il match Santoro Masi e il Tg La 7 lo presenta ospitando, tra gli altri, il commento molto arguto di Gad Lerner.
Ancora, le violenze dei teppisti serbi a Genova; gli sviluppi delle indagini sull’omicidio Sarah Scazzi; l’allerta di Maroni per possibili infiltrazioni nella manifestazione di sabato a Roma organizzata dalla Fiom CGIL.
Concludiamo con un titolo ed un servizio del TG 1 che va nel senso dell’integrazione: i sogni degli extracomunitari,che, in questo uguali agli italiani, sperano di vincere al superenalotto.
Il commento del Professor Filippo Sabetta, Preside della Facoltà di Ingegneria Aerospaziale della Sapienza
(intervista di Luca Baldazzi)
Il Ministro Tremonti ha dichiarato ieri che il Ddl Gelmini non è fattibile, in quanto non c’è copertura finanziaria per i ricercatori. Eppure questa non era una realtà abbastanza conosciuta?
“Che la realtà fosse conosciuta era conosciuta da tantissimo tempo; che questo fosse un provvedimento necessario anche … perché non si può seguitare a mandar via le persone dall’università e non sostituirle. Non si sostituiscono , però, solo facendo nuovi corsi per ricercatori, ma consentendo anche ai ricercatori, che da molti anni hanno svolto un’attività fondamentale, di avere una progressione di carriera. Ma potrei anche dire che il problema della copertura finanziaria per i 9000 concorsi di professore associato è solo una goccia, perché il problema principale è quello dei 1400 milioni che sono stati tagliati all’università. Questa è una situazione assolutamente insostenibile per tutta l’università pubblica, che non avrà i soldi per seguitare a pagare gli stipendi per tutto il prossimo anno”.
Siamo in una situazione di svantaggio rispetto la media europea. Ma lei come vede il rapporto tra professori, studenti, ricercatori e precari, che sono alla fine la risorsa, la merce in “via d’estinzione”, in questa riforma ?…
“Noi siamo una comunità. Come tutte le comunità ci sono diversi ruoli, diverse responsabilità, ma in questo siamo tutti sulla stessa barca; ricercatori, docenti e studenti hanno lo stesso tipo di interesse: mantenere un’università di qualità. Questo non si può fare seguitando a tagliare i fondi alla ricerca e all’istruzione a livelli che sono i più bassi di tutti i paesi dell’Ocse: noi siamo al trentatreesimo posto su trentacinque paesi per finanziamento all’istruzione”.
Oggi, con questa manifestazione, lei pensa che il mondo politico si responsabilizzerà di più? Farà qualcosa di diverso dal solito … “piattume”, chiamiamolo così? Ed il mondo dell’informazione? Come riporterà, dal suo punto di vista, quello che sta avvenendo in queste ore?
“Io non credo che ci sia, purtroppo, una presa di coscienza di un problema che tutti dicono esistere, che è quello di un paese moderno che deve investire in ricerca e sviluppo. Finora non abbiamo mai visto nessuna azione in questa direzione, anzi: tutte le volte che ci sono stati dei problemi economici si sono trovate le risorse andando a tagliare sulla ricerca e sull’università. Ricordo qualche anno fa, quando ci fu la finanziaria, il problema degli auto trasportatori che bloccavano l’Italia, fu risolto tagliando i fondi della ricerca dell’università. Purtroppo questo – mi sembra – seguiti ad accadere … e non vedo esserci inversione di tendenza. È vero che siamo in un periodo di crisi, ma non si può risolvere la crisi tagliando le radici di quelle che sono le basi dello sviluppo”.