di Pietro Nardiello
Pietre e bottiglie molotov da una parte, più di cento lacrimogeni lanciati ogni notte oltre le tante cariche le contromosse delle forze dell’ordine dall’altra. Non si tratta di intifada né di azioni di guerriglia ma, semplicemente, del ritorno dell’emergenza rifiuti a Napoli e provincia. Lo scenario delle azioni è Terzigno dove il governo ha deciso di realizzare contro ogni logica una seconda discarica, ancora una volta, all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. Non si è fatto attendere il solito intervento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi il quale, come ci ha abituato da tempo, ha rassicurato tutti dichiarando che “il problema sarà risolto entro dieci giorni”. Eppure l’emergenza, con un decreto, era stata dichiarata conclusa il 31 dicembre dello scorso anno, ma per quest’ennesima balla governativa nessuno ha pagato e in campo è ritornato, per condurre le operazioni con i soliti metodi fordisti, il sottosegretario Guido Bertolaso.
A questo punto facciamo un passo indietro andando a rileggere quanto scritto proprio da noi di Articolo 21 qualche settimana fa, http://www.articolo21.org/1760/notizia/chiaiano-no-allampliamento-della-discarica.html, quando riportammo l’allarme lanciato dalla Commissione Consiliare della regione Campania sulle ecomafie che indicò il ritorno dell’emergenza a Napoli entro cinque mesi. Grido di allarme rimasto inascoltato perché, a quanto pare, in questo Paese le commissioni occorrono solo per giustificare l’impiego di uomini e la depauperazione di denaro.
Oppure come indicammo in quell’occasione già all’epoca si stava pensando ad un’emergenza programmata a tavolino?
Adesso, però, anche la stampa internazionale è ritornata a parlare dei rifiuti di Napoli aiutando la classe politica incapace di risolvere questo problema, a criminalizzare il dissenso che, come al solito, si vuole “cavalcato dalla criminalità organizzata”. Ma è così difficile ammettere che la camorra vuole le discariche perché con esse ci guadagna e quindi, con i propri uomini, i guaglioni, prova in tutti i modi a screditare le popolazioni che invece vorrebbero fare la raccolta differenziata?
L’emergenza rifiuti a Napoli non può e non deve terminare, la munnezza rappresenta il nuovo contrabbando la nuova mucca da mungere per amministrazioni locali e aziende dell’indotto. Poco importa se la Comunità Europea minaccia, in caso di apertura della nuova discarica alle falde del Vesuvio, di non voler più dare all’Italia 140milioni di euro perché la spazzatura anche in termini di consenso elettorale garantisce un immediato e maggiore guadagno.
Adesso mentre si susseguono gli incontri in Prefettura insieme ai Sindaci dei comuni coinvolti, l’unica risposta che Bertolaso ha saputo dare è quella di inviare i rifiuti non raccolti nella discarica di Chiaiano dove la popolazione ha ripreso la mobilitazione perché anche lì è già stata collocata una discarica all’interno di un parco naturale, quello delle colline napoletane, e non sarebbe il caso di allargarla.
In questa guerra politica e sociale accade di tutto, senza che nessuno dia luogo all’azione più semplice da compiere: l’avvio definitivo della raccolta differenziata che non piace, però, ai politici e alla camorra. A Terzigno muore la democrazia, altro che camorra - di Nello Trocchia / Terzigno: " Ci chiamano camorristi, ma i veri camorristi sono loro" / Terzigno, immagini dalla protesta: ecco i facinorosi - di Bruna Iacopino